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DOCUMENTO COSTITUTIVO DEL

COMITATO PER LE LIBERTA' E I DIRITTI SOCIALI

Si è costituito a Milano il "Comitato per le libertà e i diritti sociali".

Scopi del Comitato sono:

  1. Assumere iniziative di demistificazione della propaganda e di corretta informazione sul merito dei quesiti e delle conseguenze dei referendum radicali che vengono indicati sotto i titoli "libertà di lavoro e d'impresa" e "fisco, previdenza e sanità". L'obiettivo di questo insieme di referendum è quello di cancellare settori determinanti della democrazia liberale, distruggendo i partiti, il sindacato, lasciando il cittadino privo di garanzie e di protezioni, abolendo i corpi intermedi che articolano il sistema democratico, sostituendo il liberismo delle regole con il liberismo dei vincenti. La chiarezza di questo obiettivo è però nascosta dalla propaganda radicale che gioca su un violento travisamento dei termini - come si può essere liberali e liberisti, come si può "migliorare la vita dei più umili e dei più deboli" abolendo le protezioni sociali? - rendendo due volte odiosa, oltre che disonesta, una campagna politica che vuol consegnare la società all'inciviltà della logica de più forte e lo fa usando proprio le parole della nostra cultura civile, come giustizia, libertà e liberazione. Non è di conseguenza un caso che non vi sia nessuna informazione corretta e precisa sui quesiti dei referendum e sui loro concreti effetti sul sistema legislativo del nostro Paese, sugli equilibri tra le diverse rappresentanze sociali, nei meccanismi di mediazione degli interessi, nelle condizioni materiali delle persone. I referendum del capitolo "libertà di lavoro e d'impresa" chiedono di rendere liberi da vincoli legislativi e da controlli contrattuali i rapporti di lavoro, introducendo la libertà di licenziamento ( abrogazione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e abrogazione dei limiti previsti dalla Legge 230/62 ai contratti a tempo determinato), la libertà del caporalato (abrogazione delle norme del Decreto 469/97 che obbligano le agenzie di collocamento a esercitare il loro ruolo con personale qualificato, in locali idonei e senza chiedere soldi ai prestatori di lavoro), la libertà dello sfruttamento a domicilio e sul posto di lavoro ( con l'abrogazione delle norme di tutela dei lavoratori a domicilio previste dalla Legge 877/73 e dei vincoli al lavoro part-time previsti dalla Legge 863/84). I referendum del capitolo "fisco, previdenza e sanità" chiedono di cancellare l'universalità della protezione sociale, lasciando a chi può di costruirsela in proprio, introducendo la libertà di evasione fiscale per tutti (abrogazione del sostituto d'imposta), quindi la libertà di farsi la pensione e l'assicurazione malattia (abolizione delle pensioni di anzianità e del servizio sanitario nazionale).
  2. Accompagnare questa campagna di informazione con il sostegno alle iniziative legislative che mirano a definire libertà, diritti, equilibri tra poteri e rappresentanze sociali. E' ovvio che sull'attacco al mondo del lavoro, nella prospettiva di una società senza mediazioni e protezioni convergano interessi ben più grandi di quelli rappresentati dalla coppia Bonino-Pannella. A questo scopo è importante che si apra un grande dibattito nei luoghi di lavoro e nella società per contrastare idee come quella che in fondo il Sindacato, in quanto rappresenta e contratta per il mondo del lavoro, costituisca un ostacolo alla "modernizzazione" della società e per costruire una cultura intorno al disegno di una moderna società civile fondata sui diritti e sulla convivenza. Per questo, oltre a una operazione di verità, è necessario appoggiare tutte le iniziative utili a tutelare libertà e diritti in un quadro legislativo che garantisca la convivenza civile (dalla legge sulla Rappresentanza Sindacale nei luoghi di lavoro a quella sui lavori atipici, alla definizione di uno statuto del lavoro).

Il Comitato per le libertà e i diritti sociali è costituito per iniziativa di un gruppo promotore provvisorio che intende per prima cosa allargare l'interesse e l'adesione tra gli esponenti del mondo del lavoro, delle istituzioni e della società civile agli obiettivi del Comitato, per qualificarne il ruolo e renderne efficace l'azione.

La sede provvisoria del Comitato è a Milano, Viale Monza 170 - Tel. 02/2576673 - Fax 02/2578223.

Il gruppo promotore:

Paola Borghini (RSU Nielsen), Giacinto Botti (RSU Italtel), Paolo Cagna Ninchi (SPI), Vincenzo Calabrese (RSU UPIM-Auchan), Federica Cattaneo (RSU Sony), Claudio Caretta, Luciano Ghio (RSU Rizzoli), Giovanna Giorgetti (CGIL Lombardia), Giulio Giovannini (NIDIL), Domenico Maggio (RSU ELF Atochem), Giorgio Nobili (RSU Hewlett-Packard), Alfio Riboni (RSU IBM), Maria Salemi, Adriano Sgrò (RSU Comune di Milano), Giancarlo Straini (FILCEA), Giancarlo Toppi (RSU Corriere della Sera).

Prime adesioni:

Mario Agostinelli (segr. gen. CGIL Lombardia), sen. Giovanni Battafarano, sen. Piergiorgio Bergonzi, sen. Anna Maria Bernasconi, Franco Calamida (consigliere comunale MI), avv. Maria Grazia Campari, Marco Cipriano (repons. Lavoro DS Milano), sen. Giovanni Ferrante, avv. Mario Fezzi, Raffaele Fiengo (Corriere della Sera), avv. Cosimo Francioso, on. Marco Fumagalli, sen. Ombretta Fumagalli Carulli, Graziella Galli (segr. FIOM Lombardia), on. Giorgio Gardiol, avv. Alberto Ghidoni, Pierluciano Guardigli, dott. Gaspare Jean, prof. Giorgio Lunghini, Luciano Manzi, sen. Fausto Marchetti, Massimo Mariotti (resp. centro gay CGIL MI), prof. Maria Grazia Meriggi, avv. Gilberto Pagani, Alessandro Pollio Salimbeni, sen. Antonio Pizzinato, sen. Natale Ripamonti, Ermes Riva (segr. gen. FIOM MI), sen. Giovanni Russo Spena, sen. Ersilia Salvato, avv. prof. Franco Scarpelli, sen. Stefano Semenzato, sen. Carlo Smuraglia, avv. Giovanni Sozzi, on. Carlo Stelluti, Luigi Vassallo (coordinatore UDR-MPE Lombardia)