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PRESIDIO CONTRO LA BARBARIE SOCIALE DEI RADICALI: NO ALLA LIBERTà DI LICENZIAMENTO PER L’APPROVAZIONE DELLE LEGGI SULLA RAPPRESENTANZA SINDACALE E SUI NUOVI LAVORI

 

 

 

 

 

I radicali, abusando dello strumento referendario, con gli undici referendum antisociali su lavoro, stato sociale, libertà di associazione hanno proposto un modello di società illiberale e incivile in cui il cittadino è privo di garanzie e di protezioni.

 

La Corte costituzionale respingendone nove conferma che il diritto al lavoro, alla tutela sociale e alla libertà di associazione, principi fondanti della nostra Costituzione, non possono essere cancellati. Ma il 21 maggio saremo chiamati a votare sul quesito più pericoloso dell'intero pacchetto presentato dai radicali: quello che elimina la reintegrazione nel posto di lavoro di fronte a licenziamenti senza giusta causa definiti illegittimi da un giudice, prevista nell'articolo 18 legge 300 (statuto dei lavoratori).

 

E' evidente in quale misura verrebbe limitata la libertà individuale se il lavoro, il luogo dell'identità sociale della persona, tornasse ad essere il luogo dell'arbitrio e della sopraffazione. In quale stato di insicurezza si troverebbero uomini e donne il cui lavoro, la cui vita sono legati a una decisione ingiusta. Con quale spirito difenderebbero le loro opinioni, organizzerebbero le proprie associazioni, come potrebbero sentirsi cittadini a pieno titolo.

 

Per respingere questo ritorno alla barbarie dell'arbitrio nel lavoro e nella società, non è solo necessario dire NO ai radicali, ma in una società in evoluzione, in cui il mondo del lavoro - che radicali e Confindustria vorrebbero mutilato da ogni vincolo e condizionamento sociale - è sempre più articolato e disaggregato dai grandi cambiamenti nei processi produttivi, nell'organizzazione e nel mercato del lavoro, occorre anche adeguare il quadro legislativo all'obiettivo della giustizia e della coesione sociale. Eppure importanti leggi sul lavoro sono ferme in Parlamento.

 

La legge sulla rappresentanza è bloccata, dopo che a luglio 1999 ne sono stati approvati 9 articoli su 12, per l'opposizione intransigente di Confindustria e dei suoi sostenitori.

Dopo il giudizio popolare dei referendum del giugno 95 e il parere della corte costituzionale, siamo nell'attesa di vedere resi certi i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e di poter eleggere, con un voto libero, strutture di reale rappresentanza con efficaci poteri contrattuali nei luoghi di lavoro.

La legge, come avvenuto nella pubblica amministrazione, regolando democraticamente la rappresentanza e la rappresentatività sindacale, favorirebbe anche un processo di unità dei lavoratori e una giusta riduzione della frammentazione sindacale.

 

Il testo unico “Smuragliasui nuovi lavori "atipici", una prima, positiva risposta alla mancanza di regole e diritti nei nuovi lavori, è nell'attesa di approvazione da tempo.

 

 

 

 

I delegati e le delegate delle R.S.U. firmatarie di questo appello,

 

 

 

·         sono consapevoli che occorre andare a votare perché solo una forte affermazione del NO respingerebbe i tentativi di chi vuol ridurre i diritti sul lavoro e abrogare per legge il diritto di restituire il lavoro a chi è stato licenziato illegittimamente;

 

·         vogliono che il Parlamento riprenda l’azione legislativa sul lavoro, che legiferi garantendo l’entrata della democrazia nei luoghi di lavoro, dando diritti alle nuove figure di lavoratori e sancendo regole in un mercato del lavoro in cui crescono precarietà e illegalità;

 

 

Rivolgiamo l’appello alle RSU, ai delegati, ai sindacalisti, ai comitati, alle associazioni e ai lavoratori tutti per organizzare insieme una

 

 

manifestazione–presidio nazionale a Roma davanti

al Parlamento il 10 maggio dalle ore 12 alle 15

 

 

per rendere visibile la nostra richiesta, vincendo le resistenze di coloro che vogliono impedire alla democrazia di superare la soglia dei luoghi di lavoro e lasciare il lavoro senza regole e i lavoratori senza i diritti, per estendere i diritti nel lavoro che cambia, tutelando i più deboli, per confermare i principi fondanti della nostra Costituzione in difesa della libertà e della dignità delle persone nel lavoro e nella società, risposta civile alla logica barbara dei referendum radicali.

 

 

 

 

Milano, 19 aprile 2000                                                       

                                                                                      PROMUOVONO LE R.S.U.

                                                             MILANO-LOMBARDIA

                                        

ITALTEL, PIRELLI, IBM, C.G.T., TEATRO “SCALA”, AMM. PROV.   BRESCIA,    CAFFARO, POSTALMARKET, NIGGELER & KUPFER, SIDERGARDA

                                                                                                                                        

 

Per Adesione e informazioni;  

Italtel: Giacinto Botti - T.02-4388/9236/7015 - fax 02-4388/7309 – Giacinto.Botti@italtel.it

Pirelli: Leonardo Tafuri – T. 02-6442/3022 – fax 02-6442/5009 (5886)

C.G.T.: Michele Tedino - T. 02-92364298 - 02-27400540 – fax 02-27427606

Teatro Scala: Nicola Cimmino – T. 02-8879344 – fax. 02-86464338

Sidergarda: Francesco Mazzacani – T. 0365-674763 – fax. 0365-651185