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Dalla parte di LEI


Da: Forum

Vedere anche : Pari opportunita' e tutela del lavoro femminile




Nel convegno tenutosi a Roma a fine marzo sul tema 'L'imprenditoria femminile cammina', è stato evidenziato un aumento in tutta Italia della presenza delle donne sul mercato del lavoro, in particolare di libere professioniste e imprenditrici nel settore dei servizi. ( Fonte: ASSOFORCAMERE )
Secondo una ricerca dell'IRAS-Cgil, dal 1997 a oggi l'occupazione femminile in generale è cresciuta del 6,2% , contro i 2,3 punti percentuali in più per quella maschile nello stesso periodo, attestandosi sul 37% come media annuale.
Però la festa dell'8 marzo è passata senza lasciar traccia o quasi, a parte le polemiche sull'utilità o meno della sua abolizione, e i dodici milioni di mazzolini di mimose venduti per l'occasione, per la gioia dei fioristi.
Pure la festa della mamma che lavora, ricorrenza in calendario per l'ultimo venerdì di aprile, celebrata da qualche tempo anche in alcune aziende, si è svolta in sordina.
Venendo a questioni italiane, è passata anche l'ultima tornata elettorale, che ha confermato la tendenza grigia degli anni precedenti: le donne candidate in lista sono sempre meno, per non parlare delle elette in Parlamento o nelle amministrazioni locali. Ciò si è verificato forse anche grazie all'abolizione del contestato meccanismo delle quote di rappresentanza, pure applicato con successo in altri Paesi come la Francia, grazie a una modifica alla Costituzione. (Dati riferiti all'anno 2000: la percentuale delle deputate è del 39% nei Paesi della Scandinavia, in media solo il 14% nel resto d'Europa -- fonte: Le Monde diplomatique)
Quanto ai posti chiave, al momento l'unico nome di donna che si sente spendere per il futuro Governo è quello di Letizia Moratti, manco a dirlo per un Ministero tipicamente d'appannaggio femminile: Politiche Sociali, oppure, in alternativa, Cultura.
Insomma le donne continuano a essere poco presenti nelle stanze dei bottoni, dove si prendono le decisioni che contano; in due parole, hanno scarsa visibilità e poco potere.
Eppure la vita delle nazioni potrebbe giovarsi non poco dell'energia e delle idee espresse dalle appartenenti all' 'altra metà del cielo' , della loro sensibilità e della loro concretezza.
I motivi della situazione attuale sono tanti, e numerose indagini li hanno portati alla luce: molte donne non si espongono in prima persona non perchè non lo vogliano, ma perchè hanno meno tempo da dedicare agli affari o alla politica, gravate come sono d ai carichi di famiglia; perchè hanno minor storia, esempi, tradizione familiare in questo senso ( le ideologie patriarcali sono dure a morire, pure in Paesi ricchi e avanzati come il nostro, nonostante il femminismo prima e l'ondata delle managers in carriera dopo) ; perchè hanno difficoltà di accesso al credito, alla formazione, ai mezzi di comunicazione; perchè molti Governi non hanno ancora promulgato e messo in vigore norme a tutela dei diritti delle donne, e norme di sostegno alle attività femminili in campo economico/culturale/sociale ( l'Italia ha sicuramente compiuto diversi progressi di recente, come le nuove regolamentazioni del part-time e dei permessi per paternità/maternità, ma molti passi restono ancora da fare).
I sindacati per primi dovrebbero interrogarsi profondamente su questo punto, vista la sparuta pattuglia femminile di molte organizzazioni, e il livello spesso basso delle donne nelle loro gerarchie (è un fenomeno diffuso in buona parte dell'Europa: per e sempio in Francia le donne sono solo il 19 % dei 231 componenti del Consiglio Economico e Sociale, organismo nominato dalle direzioni sindacali -- fonte: Le Monde diplomatique), per poi cercare di inventare e attuare strategie e strumenti che permettano alle donne una maggiore partecipazione alle loro iniziative, valorizzandole il più possibile, e offrendo in tal modo un modello e uno sprone alle istituzioni politiche ed economiche.

[Caterina Marmo]