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SCIOPERO GENERALE DI 4 ORE

CONTRO I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO



Da: Diritti dei lavoratori

Vedere anche : Parlamento e Governo italiani


In questi giorni l'attenzione dei mass-media è concentrata sullo scontro in atto tra governo e organizzazioni sindacali. Normalmente questo viene definito lo scontro sull'art.18, ovvero l'articolo 18 della legge 300 del 1970 chiamata "Statuto dei diritti dei lavoratori".

In realtà lo scontro riguarda anche altri punti, contenuti nel cosiddetto "Libro Bianco" del ministro Maroni e tradotto in una Legge Delega che il Consiglio dei Ministri ha votato il 15 novembre 2001.

La gravità delle proposte contenute in questa Legge Delega è tale che anche se il Governo desistesse dall'attacco all'art. 18, il diritto del lavoro in Italia sarebbe comunque modificato con danni gravissimi per tutti i lavoratori.

In questo volantino cerchiamo di riassumere le principali proposte di modifica contenute nella Legge Delega ed ispirate dal Libro Bianco e le ragioni per cui è necessario respingerle.

SOSPENSIONE DELL'ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI

L'art.18 della Legge 300/70 conferisce al Giudice del Lavoro il potere di ordinare la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato.

Il Governo vorrebbe sospendere questa norma e sostituirla con il solo risarcimento economico nei seguenti casi: rapporti di lavoro in nero che venissero regolarizzati, trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato, lavoratori di aziende che occupano fino a 15 dipendenti e che superassero tale limite in virtù di nuove assunzioni.

La sospensione, come sempre nel nostro Paese, prelude alla definitiva abrogazione delle norme e indica immediatamente ai datori di lavoro strumenti legali per eluderne le tutele (per esempio operando tutte le nuove assunzioni attraverso contratti a termine). Il Sindacato rimane fermamente convinto della giustezza e civiltà delle tutele contro i licenziamenti illegittimi.

COLLOCAMENTO

Il governo vorrebbe affidare ogni attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro esclusivamente a soggetti privati.

Il Sindacato è contrario alla totale abrogazione del collocamento pubblico e alle assunzioni dirette generalizzate per qualsiasi tipo di qualifica.

ABROGAZIONE DEL DIVIETO D'INTERPOSIZIONE E INTERMEDIAZIONE DI MANODOPERA

Con questo provvedimento il Governo vorrebbe legalizzare quel che oggi è considerato illecito appalto di manodopera riconoscendo la liceità di trarre profitto dal lavoro altrui alle dipendenze di terzi.

Il Sindacato non può che essere contrario a forme camuffate di caporalato.

MODIFICA DELL'ART. 2112 C.C. SULLE CESSIONI DI RAMO D'AZIENDA

La legislazione attualmente vigente riconosce legittimità agli scorpori nel caso in cui interessino rami d'azienda con autonomia organizzativa e funzionale.

Il Governo vorrebbe eliminare il richiamo al requisito appena citato consentendo le cessioni secondo il libero arbitrio della sola impresa.

Il Sindacato si oppone a questa misura finalizzata alla cancellazione di ogni tutela per il lavoratore col solo scopo di creare le condizioni per un peggioramento normativo e retributivo del suo rapporto di lavoro.

MODIFICA DEL PART-TIME

Il Governo vorrebbe liberalizzare completamente il ricorso a prestazioni di lavoro supplementare (straordinario) dei lavoratori a tempo parziale conferendo al solo datore di lavoro il potere di disporre di tali prestazioni.

Il Sindacato difende il modello attuale che, attraverso la contrattazione collettiva, prevede limiti di utilizzo delle prestazioni supplementari e prevede il preventivo consenso del lavoratore.

DECONTRIBUZIONE

Il Governo vorrebbe tagliare i contributi per i neo assunti in una misura compresa tra il 3% e il 5%.

Il Sindacato è contrario per i pesanti effetti negativi che ciò avrebbe per le future pensioni e per la solvibilità dell'INPS.

LIBERTA' DI PENSIONE

Secondo il provvedimento governativo, i lavoratori con i requisiti di pensionabilità potrebbero chiedere al datore di lavoro di rimanere in servizio continuando ad incrementare i propri requisiti contributivi oppure, ponendo un termine al loro rapporto di lavoro, ottenere il totale sgravio contributivo.

Secondo il Sindacato, in questo modo, si aggrava ulteriormente la disoccupazione giovanile.

RIFORMA FISCALE

Il Governo vorrebbe organizzare l'IRPEF in due sole aliquote (23% fino a 200 milioni di reddito e 33% oltre) e ridurre fino al 12,5% le imposte sui redditi finanziari.

Il Sindacato ritiene che ciò produrrebbe una pesante riduzione delle entrate dello Stato (tra i 50.000 e i 100.000 miliardi a regime), a esclusivo beneficio dei più abbienti, che porterebbe a un'ulteriore pesante riduzione dei servizi e delle prestazioni sociali pubbliche.

Per ragioni di sintesi sono stati qui omessi alcuni provvedimenti legislativi definiti minori, ma comunque coerenti con il segno negativo che caratterizza quelli fin qui descritti.

Serve ricordare che il governo si è già occupato della legge sui contratti a tempo determinato riducendola ad un articolo che sostanzialmente consente di "porre un termine al rapporto di lavoro"; in questo modo è stata spazzata via tutta la legislazione che normava e limitava il ricorso ai contratti a termine e conferiva alla contrattazione aziendale il potere di regolarne l'utilizzo in presenza di effettive necessità.

Per tutte queste ragioni:

MARTEDI 29 GENNAIO 2002

SCIOPERO GENERALE REGIONALE

CONCENTRAMENTO A PORTA VENEZIA ALLE ORE 9.00

Gennaio 2002

Rappresentanze Sindacali Unitarie

IBM Italia S.p.A.

Milano Segrate Basiano