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Da: Riservatezza e trattamento dei dati personali, Documenti giuridici

CONTROLLI ILLECITI: IBM CITATA IN GIUDIZIO

L'argomento che ci accingiamo ad affrontare è semplice e complesso al tempo stesso:

Un poco di storia

Fin dal 1982 il Sindacato affrontò il problema del controllo a distanza in IBM che, via via, si manifestava in forme diverse:

Il problema fu affrontato con decisione e, anche in conseguenza di una sentenza della Pretura Penale di Milano, fu possibile realizzare una serie di accordi sindacali che, in estrema sintesi, introducono i seguenti principi base:
  1. Utilizzo del codice identificativo di gruppo come norma;
  2. Utilizzo di un sistema di crittografia (ovvero di mascheramento del codice identificativo del lavoratore che ha effettuato la transazione) come norma generale nei casi in cui i sistemi operativi non consentono tecnicamente l'utilizzo del codice di gruppo;
  3. Utilizzo del codice identificativo del lavoratore, in via eccezionale, in tutti i casi di dati particolarmente riservati e/o critici per l'azienda.

Che cosa è successo di nuovo

Negli ultimi anni, lo sviluppo tecnologico, che ci sta portando verso un'azienda "senza carta" (paperless), ha moltiplicato le applicazioni informatiche che siamo costretti a utilizzare e, quindi, le occasioni di controllo remoto dell'attività lavorativa. Contemporeanamente, IBM ha usato come pretesto l'introduzione della Legge sul Trattamento dei Dati Personali (giornalisticamente conosciuta come "legge sulla privacy") per smantellare gli accordi sindacali sopra ricordati.

Il Sindacato, sin dal giugno 2002, ha più volte invitato IBM a firmare un accordo quadro che regolarizzasse, in un'unica soluzione, tutta la materia del trattamento dei dati e della tutela del lavoratore. Il Sindacato ha ripetutamente fatto notare che, sia lo Statuto dei Lavoratori sia la legge sul Trattamento dei Dati Personali, tutelano entrambi il lavoratore seppure da punti di vista differenti: il primo sotto il profilo dell'illegittimità di un controllo occulto dell'attività lavorativa, la seconda sotto quello della tutela rispetto al trattamento dei dati personali.

Conclusioni

Il Sindacato, per porre termine a una tattica dilatoria che durava ormai da quasi due anni ed era accompagnata dal progressivo svuotamento degli accordi sottoscritti in materia di controllo a distanza, ha dovuto ricorrere alla magistratura per tutelare la dignità e libertà personale di ogni dipendente così come stabilito dallo Statuto dei Lavoratori.

Il 16 giugno è stato notificato a IBM il ricorso presentato dai legali del Sindacato (il testo è visibile a seguente indirizzo internet: http://www.rsuibm.org/2004531.htm) e il Coordinamento Nazionale delle R.S.U. terrà informati i lavoratori sugli sviluppi e la conclusione della vertenza legale aperta.

Segrate, luglio 2004

Coordinamento Nazionalle RSU

IBM Italia S.p.A.