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Da: Formazione, addestramento; Sedi periferiche

Il seguente documento è stato oggetto di comunicazione all'azienda da parte della RSU di Napoli

"REMISSIONING" A NAPOLI: COSA STA ACCADENDO?

I lavoratori della sede di Napoli riunitisi il 12 settembre 2008 in un'assemblea sindacale fortemente partecipata nella quale è intervenuta anche la segreteria territoriale FIOM, hanno discusso della recente costituzione a Napoli del cosiddetto reparto "Remissioning".

Negli incontri con il Coordinamento RSU e le OO.SS. di febbraio ed aprile l'azienda aveva preannunciato, peraltro in modo generico, che nel corso del 2008 sarebbe proseguito un processo di adeguamento al mercato delle professionalità dei dipendenti operanti nel settore dei servizi, definito "Reskilling", e che esso avrebbe coinvolto circa 100/150 lavoratori.

Senza alcuna ulteriore comunicazione al sindacato, improvvisamente, agli inizi di agosto tale processo ha subìto un'accelerazione ed un cambiamento di rotta, con l'innalzamento del numero di lavoratori coinvolti, balzato a circa 300, e con la costituizione intorno ad essi di un apposito reparto.

Questa operazione ha riguardato anche la sede di Napoli, attraverso l'inserimento di dodici lavoratori in un reparto che, nelle fugaci comunicazioni da essi ricevute, è stato denominato "Remissioning" ed indicato come funzionale ad un non meglio specificato intervento sulle loro professionalità, circostanza per la quale la RSU di Napoli denuncia di non aver avuto con l'azienda un preventivo incontro per conoscere e valutare l'operazione che si accingeva a fare e che sarebbe stato indispensabile considerato che:

· Il contesto generale in cui è avvenuto lo spostamento dei lavoratori in tale reparto è molto confuso e le informazioni fornite dall'azienda su una imminente operazione cosiddetta di "Reskilling" in occasione degli incontri con il Coordinamento RSU e le OO.SS. tenutisi a febbraio ed aprile 2008 erano insufficienti e non coerenti con l'azione intrapresa a Napoli.

· Il numero di lavoratori coinvolti è elevato sia in termini assoluti che in percentuale rispetto alla forza lavoro presente a Napoli.

I lavoratori di Napoli, intervenendo durante l'assemblea, hanno avuto modo di esternare la forte preoccupazione per quanto sta accadendo, e alcuni di essi, anche il profondo disagio per essere stati coinvolti con discutibili modalità in un'operazione dalle finalità ancora non chiare.

Gli aspetti che maggiormente colpiscono i lavoratori sono i seguenti:

· Impossibilità di comprendere i motivi che hanno portato l'azienda a costituire un apposito reparto per intervenire sulle professionalità dei dipendenti, circostanza assolutamente nuova rispetto alle modalità con cui l'azienda ha finora condotto operazioni di questo tipo.

· Assoluta impossibilità di comprendere i criteri che hanno portato l'azienda a scegliere i lavoratori inseriti nel reparto "Remissioning".

· Preoccupazione che l'operazione di costituzione del reparto "Remissioning" si intersechi in modo poco chiaro con il piano di riorganizzazione/ristrutturazione delle società del gruppo IBM in Europa che fu preannunciato a inizio anno in sede di incontro tra azienda e Comitato Aziendale Europeo, preoccupazione resa ancora più forte dalla circostanza che contemporaneamente l'azienda ha iniziato a contattare singoli lavoratori, soprattutto del reparto "Remissioning", offrendo incentivi alle dimissioni. È di tutta evidenza la contraddittorietà di questo comportamento con la costituzione di un reparto che, essendo stato presentato ai lavoratori coinvolti come snodo di un momento formativo, dovrebbe essere finalizzato all'occupazione e non alla fuoriuscita dall'azienda. Sorge pertanto il legittimo sospetto che l'inserimento nel reparto "Remissioning" possa configurarsi esclusivamente come un'azione di pressione psicologica mirata all'accettazione dell'incentivo alle dimissioni. A tal proposito si evidenzia che i managers e i direttori che si rendessero "complici", anche involontari, di una illecita pressione e macchinazione contro i lavoratori li vedrebbe individualmente esposti dal punto di vista legale.

· Assoluta mancanza di chiarezza sulla natura, gli obiettivi e le modalità di attuazione di un piano di "Remissioning" per i lavoratori coinvolti, che, dopo essere stati improvvisamente inseriti in tale reparto all'inizio di agosto, periodo favorevole per valorizzare il relax delle loro vacanze estive e far passare in sordina l'intera operazione, a tutt'oggi non hanno ricevuto alcuna comunicazione in merito alla tipologia di percorso formativo che dovranno affrontare, alla sua durata ed agli impatti che avrà sulla loro professionalità e sulla loro attività lavorativa, né tantomeno tali lavoratori hanno effettivamente intrapreso alcuna specifica forma di aggiornamento professionale. A tale proposito è sconcertante il fatto che alle richieste di chiarimento che molti di essi hanno rivolto ai rispettivi superiori diretti durante colloqui telefonici o incontri, non siano state date risposte e che gli stessi manager siano apparsi completamente ignari del percorso da affrontare con le persone a loro affidate, limitandosi ad affermare che in attesa di nuove disposizioni avrebbero dovuto continuare a seguire normalmente le attività già in carico.

In conclusione ci troviamo di fronte ad un'operazione niente affatto trasparente, che lascia maggiormente stupiti e preoccupati per il fatto di essere stata costruita intorno ad una iniziativa per la formazione, che di norma è considerata la più importante per l'azienda e per i lavoratori, ma che in questo caso è stata gestita in modo a dir poco discutibile, con l'evidente estromissione di ogni informativa o consultazione delle OO.SS. presenti in azienda, chiamate non solo a tutelare i lavoratori, ma anche a presenziare alle modifiche strutturali ed organizzative dell'azienda.

Nella migliore delle ipotesi assistiamo agli effetti della superficialità del management nel condurre un'operazione che, essendo strategica per l'azienda, richiedeva livelli di efficienza e di coinvolgimento dei dipendenti certamente non compatibili con il fatto di aver lasciato questi ultimi da due mesi in una profonda incertezza circa il loro futuro lavorativo.

Viene spontaneo chiedersi se nelle alte sfere della Corporation, dove è stato deciso il positivo investimento per potenziare le professionalità presenti in azienda, abbiano contezza delle modalità con cui tale piano viene attuato in Italia.

Non è infatti tollerabile che lavoratori come quelli di Napoli, con lunga esperienza in IBM e con elevata professionalità riconosciuta in ogni contesto lavorativo da parte di clienti, partners, colleghi e strutture IBM locali, nazionali ed internazionali, si ritrovino inseriti con tali assurde modalità in un reparto dalle finalità assolutamente poco chiare e con seri dubbi sul loro futuro professionale e lavorativo.

La RSU di Napoli, per quanto sopra esposto,

CHIEDE

a tutti i lavoratori di unirsi per scongiurare quella che si presenta evidentemente come una minaccia non limitata ai soli colleghi del reparto "Remissioning" e all'azienda un urgente incontro di chiarimento sulle finalità e sulla durata dell'inserimento dei lavoratori di Napoli nel reparto "Remissioning" e, al fine di impedire che l'anomala operazione in corso possa rivelarsi ancor più nociva per i lavoratori coinvolti

DIFFIDA

l'azienda dall'attuare nei loro confronti un qualsiasi percorso discriminatorio che, partendo dalla loro assegnazione a questo fantomatico reparto "Remissioning", possa condurli in una cessione di ramo d'azienda o produrre una qualsiasi forma di ghettizzazione.

Napoli, 30 settembre 2008

la RSU IBM Napoli

Gianluca Bonifacio, Diego Risi, Alfredo Vertullo