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Da: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti; IBM come azienda-rete; Sedi periferiche

I lavoratori di GVS riuniti in assemblea, preso atto delle sempre più evidenti direttrici su cui tende a svilupparsi la riorganizzazione di GVS/IBM, ritengono rischiosa ogni ipotesi di cessione di rami d'azienda.

In particolare giudicano pericolosa la cessione verso società di esigue dimensioni, con un basso profilo industriale, utilizzanti pesantemente il lavoro precario e con un business legato prevalentemente alle commesse di IBM, quindi senza alternative occupazionali al venir meno delle stesse.

Cessioni incomprensibili rispetto al grave appesantimento che comporterebbero nei flussi di lavoro, con ricadute quindi sui livelli di erogazione dei servizi e relative conseguenze sulla tenuta dei contratti con i clienti.

Queste cessioni sono poi eticamente inaccettabili da un settore, qual è il delivery , che anche lo scorso anno ha raggiunto il massimo di eccellenza in campo europeo grazie al lavoro e alle competenze dei relativi addetti, che vedrebbero compensato il loro impegno con una precarizzazione del loro posto di lavoro, oltre alla messa in discussione degli attuali standard retributivi e normativi.

Respingiamo con forza ogni ipotesi di ridimensionamento del gruppo Ibm Italia, sotto qualunque forma attuato, stante gli enormi profitti raggiunti dalla multinazionale nel 2008 e previsti dagli analisti anche per il 2009.

I lavoratori per dare evidenza alla Direzione della loro profonda contrarietà a tali progetti e della conseguente determinazione a lottare con ogni mezzo se tali cessioni si realizzassero, non accetteremo di essere i soli a pagare il conto, decidono un'immediata entrata in sciopero dalle ore 16 a fine turno.

Delegano altresì le RSU a intraprendere ulteriori iniziative di lotta qualora nuovi elementi attestassero la volontà aziendale di procedere verso le suddette cessioni.

Letto e approvato dal plebiscito dell'assemblea

Torino 22.1.09