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Da: Assistenza, CADGI; IBM come azienda-rete; Politica aziendale e risultati economici; Sedi periferiche


Le questioni più urgenti che dibatteremo nell'Assemblea sindacale del 15 novembre

La questione più urgente da affrontare con l'Azienda riguarda da vicino i lavoratori della sede di Napoli e corrisponde essenzialmente alle domande che essi oramai pongono da anni all'Azienda circa le strategie, o le non-strategie, che vengono e verranno adottate su tale sede.

Negli ultimi tempi queste domande esigono risposte ancora più urgenti per almeno tre ordini di motivi:

  1. La massiccia immissione nei progetti italiani delle cosiddette "global resources" nelle attività di sviluppo software ed in generale nei servizi IT si è sovrapposta inevitabilmente alle attività di ampie fasce di lavoratori presenti anche a Napoli, e a poco o nulla sono servite le iniziative per la riqualificazione professionale che in passato sono state sostenute dall'Azienda – vedi Remissioning/Reskilling nel 2008 - anche per la poca trasparenza e coerenza con cui gli obiettivi sono stati perseguiti
  2. La strategia attuata dall'IBM per spingere sul mercato delle PMI si è articolata da una parte con un più intenso ed esteso coinvolgimento dei Business Partners presenti su ogni territorio, e dall'altra  con la centralizzazione del supporto ad essi offerto in termini organizzativi e di "know how" sulle nuove soluzioni specificamente realizzate per quel mercato. Si è trattato di un tipo di operazione che in passato è sempre stata realizzata coinvolgendo le risorse IBM presenti sul territorio, ma che stavolta ha visto quasi sistematicamente la loro esclusione, almeno per quanto riguarda i lavoratori della sede di Napoli. Molti di essi infatti, proprio in virtù di analoghe esperienze maturate fino a poco tempo fa, invece di essere messi da parte, sarebbero stati naturalmente candidabili ad operare in sinergia con i Business Partners presenti sul terriotrio per seguire le problematiche tecniche più particolari, per seguire clienti più rilevanti e per veicolare il nuovo modello organizzativo messo a punto dall'IBM
  3. Il ridisegno delle zone e delle aree operata a vario titolo da diversi reparti, nonché il costante ripresentarsi di problemi dovuti alla fungibilità sul territorio con i lavoratori di Aziende controllate da IBM, ha ulteriormente penalizzato la qualità e la quantità delle attività distribuite sui lavoratori della sede di Napoli, rendendo difficile, se non impossibile, sviluppare un adeguato livello di sinergie tra di loro, condizione indispensabile per aderire alle strategie di innovazione dei prodotti e delle soluzioni con cui l'IBM migliora il suo posizionamento sul mercato e la profittabilità del business.

In conseguenza di quanto sopra esposto, sempre più spesso accade che la prestazione lavorativa richiesta ai lavoratori della sede di Napoli implica missioni fuori sede di lunga durata e con contenuti professionali di incerto valore e riutilizzabilità sul mercato.

Decisamente uno scenario poco "Smart" che non lascia ai lavoratori IBM di Napoli molti margini di risposta alla domanda "cosa ti rende speciale ? ".

Sulla delicata questione delle prospettive della sede di Napoli, l'Azienda, a differenza di quanto è avvenuto in passato, non è nemmeno disposta ad un confronto con le OO.SS. presso l'Unione Industriali di Napoli, cui è stata più volte sollecitata, per illustrare i suoi piani in merito e valutare il punto di vista ed il contributo che da molti anni i lavoratori si sforzano di focalizzare e di proporre. L'IBM giustifica il suo rifiuto con il fatto che l'unica sede di incontro sindacale ufficiale che riconosce per illustrare le prospettive riguardanti le periferie, ivi compresa Napoli, è quella dell'Assolombarda.

Come abbiamo già informato in un precedente comunicato, in occasione dell'incontro per l'informativa annuale avvenuto in Assolombarda il 28 aprile u.s., l'IBM, dopo aver affermato che i lavoratori della sede di Napoli sono considerati uguali a quelli di una qualsiasi altra sede – cosa che sicuramente sgombra il campo da improbabili ipotesi di intenti discriminatori - ha altresì affermato che per tale sede non è in atto alcuna specifica strategia.

E' evidente che in queste condizioni i lavoratori della sede di Napoli sono esposti agli eventuali contraccolpi della prossima ristrutturazione che l'IBM vorrà operare, visto che l'assenza di una strategia costruita sul contributo lavorativo degli addetti della sede di Napoli appiattirebbe ed inesorabilmente semplificherebbe la valutazione di tale contributo ad una mera questione di costi.

Ritornando su un altro importante argomento discusso nell'Assemblea sindacale dello scorso maggio, quello del Premio di Risultato, al di là del fatto che la validità di tale istituto è stata prorogata per i prossimi quattro anni, non essendo stato disdetto da alcuna delle parti (Azienda e Coordinamento RSU) entro settembre di quest'anno,  risulta ancora priva di una plausibile spiegazione il fatto che non sia stato reso noto dall'Azienda la formula che ha determinato l'erogazione del PdR negli anni cha vanno dal 2008, primo anno di applicazione dell'Accordo sul PdR, ad oggi.

Nonostante la RSU di Napoli abbia espressamente chiesto all'IBM chiarimenti in merito, la laconica risposta che è stata fornita riguarda il fatto che l'Azienda avrebbe effettuato tutte le comunicazioni del caso entro il mese di marzo di ogni anno.

Per quanto riguarda quest'anno ricordiamo che un rappresentante della RSU di Napoli in occasione dell'incontro informativo annuale in Assolombarda tenutosi il 28 aprile u.s., ha chiesto direttamente all'Azienda di esporre la formula con cui è stato calcolato l'ultimo PdR erogato, ottenendo l'incredibile risposta che essa non poteva essere comunicata perché "segreta".

Su tale delicata questione, la RSU di Napoli è in attesa di un chiarimento da parte delle oo.ss. nazionali, che, pur non essendo firmatarie dell'Accordo Sindacale del 26 ottobre 2007 che regolamenta il PdR, stando a quanto dichiarato dall'Esecutivo del Coordinamento, avrebbero (FIOM e FIM) avallato una gestione di tale accordo che ha prodotto l'inaccettabile dichiarazione dell'Azienda sopra citata. Proseguiremo quindi il confronto in assemblea per valutare le strade da percorrere per far valere il diritto dei lavoratori alla trasparenza nell'erogazione del PdR.

Ultima questione che è all'ordine del giorno dei lavori del Coordinamento Nazionale RSU è quella relativa al rifinanziamento della CADGI, divenuto necessario dopo l'inserimento in IBM di circa 800 lavoratori provenienti da GV e da SIC, società acquisite nel 2009. Come illustrato in un recente comunicato sindacale, a fronte di una richiesta che il Coordinamento RSU ha rivolto all'IBM affinché aumentasse di €700.000 il suo contributo annuo alla CADGI, l'IBM si è detta disponibile ad un incremento di €400.000 solo a fronte di un pesante innalzamento del contributo mensa a carico dei lavoratori (da €1,04 a €2,50), cosa che, combinata con i 350.000 Euro risparmiati annualmente per i versamenti che venivano effettuati sulle casse sanitarie di GV e SIC prima della loro acquisizione, consentirebbe all'IBM di "risparmiare" ben 1.800.000 euro all'anno. Appare inoltre singolare che l'Azienda abbia messo gli occhi sul contributo mensa legandolo alla questione del rifinanziamento della CADGI, visto che in un primo momento aveva dichiarato che per rivalutare la sua contribuzione alla CADGI aveva la necessità di sapere che fine avrebbe fatto il Premio di Risultato, prossimo alla scadenza, e che, come sopra menzionato, è rimasto successivamente immutato.

La RSU invita tutti i lavoratori a partecipare all'Assemblea sindacale convocata il 15 novembre 2010 dalle ore 12:00 alle ore 13:00 affinché si possano approfondire i fatti e decidere le iniziative necessarie per far valere i propri diritti e per assicurare a tutti la prospettiva di un lavoro, non soggetto a rischi delle ristrutturazioni. E' essenziale per quanto detto, che all'assemblea vi sia una partecipazione numerosa e attiva.

Napoli , 10/11/2010

RSU FIOM UILM IBM Napoli