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Da: Salute e sicurezza; Diritti sindacali e dei lavoratori; Sede di Torino

ARROGANZA E DISPREZZO DELLE REGOLE

L'altro ieri a Bergamo una platea di seimila imprenditori convocati da Emma Marcegaglia tributava un convinto applauso a Harald Espenhahn, il top manager della ThyssenKrupp condannato a 16 anni per la strage della fabbrica di corso Regina Margherita a Torino, dove persero la vita sette operai, facendo trasparire un desiderio di impunità e di prevalenza degli interessi dell'impresa su tutto il resto. Quanto è avvenuto a Bergamo, in un incontro sapientemente organizzato dai vertici di Confindustria (l'amministratore delegato della ThyssenKrupp non passava di lì per caso...), non è stato un incidente. Perché prima degli applausi di Bergamo, ci sono state le dichiarazioni di autorevoli esponenti del mondo industriale che esprimevano lo stesso concetto: se non chiudete gli occhi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, scordatevi che arrivino investimenti in Italia. Quello che è ancora più scandaloso sono le parole del presidente Marcegaglia che ha giustificato quella manifestazione di "vicinanza" sostenendo che la condanna a 16 anni e mezzo per omicidio volontario rappresenta un unicum in Europa che, se dovesse ripetersi, allontanerebbe gli investimenti esteri dall'Italia, il che equivale a dire che nel nostro paese si investe solo a condizione che ci si dimentichi di leggi che in Germania vanno rigidamente rispettate.

Quindi secondo la signora Marcegaglia la magistratura sarebbe responsabile di allontanare gli investitori stranieri? Ma si rende conto la di cosa sta dicendo? La sentenza di un tribunale italiano contro i responsabili di una fabbrica, di una multinazionale, in cui sono arsi vivi sette operai sarebbe la causa dello scarso appeal del nostro tessuto economico. ?

E allora, solo per citare alcuni episodi di una lunga storia, cosa dovremmo dire di Tanzi, che finanziava le Assise di Parma della Confindustria, del crac Cirio, Parmalat, del Banco Ambrosiano, delle performance di certi gruppi privati come Ferruzzi, Montedison, Ligresti, delle schedature degli operai alla Fiat, dei 3000 morti della Eternit di Casale Monferrato, della commistione indebita tra politica, pubblica amministrazione e imprese ? L'applauso di Bergamo e la giustificazione di Emma Marcegaglia testimoniano che c'è qualcuno nella classe dirigente, o che si ritiene tale, poco disponibile alle regole, alla giustizia, al riconoscimento di interessi generali superiori a quelli dell'impresa, segno di una profonda insensibilità, di una grande povertà culturale, di un'arroganza tipica di chi è abituato a dare ordini e a esercitare un potere incontrastato, capace di difendere l'etica e la morale solo in ridondanti quanto inutili convegni in amene località turistiche

E per questo che Confindustria, vorrebbe cancellare l'articolo 41 della nostra Costituzione?

Un'ultima considerazione sul ruolo della politica in questa vicenda: a chi gli faceva questa domanda, Antonio Bocuzzi, l'unico sopravvissuto al rogo, ha così risposto: "Non so se ci sia stata sottovalutazione. Io guardo alle cose concrete. Due anni fa in Parlamento c'era chi proponeva di togliere la responsabilità della sicurezza ai vertici delle aziende, se si trovava qualcuno dei loro sottoposti che veniva riconosciuto colpevole. Come se gli amministratori delegati fossero una casta a parte. Per fortuna siamo riusciti a bloccare la legge".

RSU IBM TO

10-5-11