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Da: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti; Assistenza; Forum

Proposta modifica statuto CADGI

La recente riforma delle pensioni (Riforma Fornero) ha allungato in maniera significativa l'età di pensionamento rendendo più problematici eventuali accordi tra azienda e lavoratori finalizzati alla risoluzione del rapporto di lavoro su base volontaria e a fronte di un incentivo economico tale da "coprire" il periodo di attesa della pensione.

La questione relativa a come mantenere la copertura del CADGI nei casi di prepensionamento si era già posta negli scorsi anni ed aveva trovato, di volta in volta, soluzione o attraverso modifiche ad hoc dello statuto o più recentemente, laddove applicabile, attraverso il ricorso a periodi di aspettativa (che il lavoratore richiedeva e la società accettava) e che "tecnicamente" permetteva il mantenimento della copertura per l'intera durata dell'aspettativa (max 24 mesi), alla fine della quale si rientrava nella gestione "ordinaria" dei soci onorari.

La riforma Fornero, con l'innalzamento dell'età pensionabile, generalmente ben superiore ai 24 mesi (mediamente dai 3 ai 6 anni), ha reso di fatto non più' percorribile, qualora ne ricorressero gli estremi, questa possibilità.

L'unica modo quindi per poter indirizzare questa problematica, soprattutto nell'interesse dei lavoratori IBM, è apportare una modifica allo statuto ripercorrendo una strada che nel passato, anche recentissimo, è già stata percorsa con successo.

A questo scopo sarebbe opportuno e sufficiente la seguente modifica all'Art. 3Bis dell statuto CADGI, nella parte inerente la definizione di soci equiparati ai soci onorari.

Sostanzialmente la modifica si basa su due capisaldi: 1) recepire, per quanto attiene la coorte dei lavoratori interessati, quanto previsto dalla legge sul mercato del lavoro, recentemente approvata, nella parte relativa alla gestione dei lavoratori anziani (art. 4 Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro); 2) applicare una maggiorazione della percentuale di contribuzione rispetto a quella ordinaria (maggiorazione da stabilirsi in base a valutazione da parte degli organi CADGI competenti in modo da garantirne la sostenibilità economica/finanziaria).

In dettaglio la modifica proposta è la seguente:

"Si intendono inoltre equiparati a tutti gli effetti ai soci onorari tutti coloro che:

  1. hanno sottoscritto un accordo con l'azienda per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei quattro anni successivi alla data di cessazione del rapporto di lavoro;
  2. auto certificheranno di aver sottoscritto l'accordo di risoluzione consensuale del rapporto di cui al punto 1;
  3. autocertificheranno i requisiti contributivi di cui al punto 2, fermo restando la possibilità per la CADGI di richiedere la documentazione a supporto del diritto al trattamento pensionistico di anzianità o di vecchiaia secondo la normativa previdenziale vigente (Riforma Fornero).

I soci equiparati ai soci onorari, in caso di non accesso al trattamento di pensione alla prevista data di decorrenza o di cancellazione dalle liste di mobilità per motivi diversi dal pensionamento, saranno esclusi dalla C.A.D.G.I..

La contribuzione dovuta dai soci equiparati ai soci onorari che rientrano nella casistica di cui al punto 1, sarà calcolata con le seguenti modalità:

a) per il periodo intercorrente la data di cessazione del rapporto di lavoro alla data di acquisizione del diritto alla pensione: sulla base dell'ultima retribuzione lorda IBM e sulla base delle percentuali previste per i soci ordinari maggiorate del x%;

b) a partire dalla data di decorrenza del pensionamento: sulla base del CUD previdenziale e con le modalità previste per i soci onorari.

Le prestazioni saranno fornite ai soci onorari e ai soci equiparati che, avendo maturati i requisiti per il godimento della pensione ed avendo acceduto alla pensione stessa alla prima data di decorrenza utile, da tale data permangono titolari di pensione. Le medesime persone dovranno sottoscrivere una lettera di impegno a comunicare alla società le eventuali variazioni del loro stato."

Questa modifica permetterebbe a tutti i lavoratori IBM, interessati ad accordi di incentivazione all'esodo e che nei successivi 4 anni accederanno al sistema pensionistico, di mantenere la copertura CADGI, non sentendosi più defraudati di un benefit per il quale hanno contribuito spesso per più di 35 anni e che sarebbe poco etico negare loro alla fine della loro carriera lavorativa in IBM.

Si ritiene inoltre che, non essendoci nessun onere aggiuntivo per IBM né tanto meno per i soci ordinari, non esistano motivi pregiudiziali all'accettazione della modifica proposta.

Umberto Piretti

29 agosto 2012


Con riferimento al contributo del collega nel nostro Forum, qui di seguito le mie considerazioni al riguardo.

Il contributo del collega Piretti del 29 agosto 2012 dal titolo "Proposta modifica statuto CADGI" fa riferimento alla Legge sul mercato del lavoro recentemente approvata e, in particolare, a quanto in essa previsto per la gestione dei lavoratori anziani. L'art. 4 del citato disegno di Legge deve, a mio avviso, essere attentamente letto nella sua interezza e, in particolare, mi interessa riportare, qui di seguito, il testo del primo comma:
"Nei casi di eccedenza di personale, accordi tra datori di lavoro che impieghino mediamente più di quindici dipendenti e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale possono prevedere che, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani, il datore di lavoro si impegni a corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, ed a corrispondere all’INPS la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento."
Il testo di cui sopra fa chiaramente riferimento ad accordi sindacali come condizione per l'applicazione dell'incentivo all'esodo così come definito nei commi successivi, ivi compreso il limite temporale di 4 anni.
Appare chiara l'analogia, peraltro evidenziata anche dal collega Piretti, con le procedure di mobilità attuate negli anni dal 1993 al 2002 in IBM; in altre parole la cessazione del rapporto di lavoro, a fronte di un accordo sindacale, era assistita da ammortizzatori sociali a carico dello Stato (ivi compresa la maturazione dell'anzianità contributiva necessaria per il raggiungimento del diritto alla pensione pubblica) e da un incentivo a carico di IBM. Si tratta di una cessazione del rapporto di lavoro che, come la definiscono i fini giuristi nonché contrattualisti, è protetta e cioè, l'accompagnamento alla pensione avviene nell'ambito di un accordo che complessivamente disciplina con equità e giustizia diritti e trattamenti, ivi compreso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali; ovviamente, in queste occasioni, si riesce anche a occuparsi del futuro di chi rimane in azienda.
Gli accordi sindacali stipulati dal 1993 al 2002 sulla mobilità si sono tutti preoccupati di contenere raccomandazioni al Consiglio di amministrazione della CADGI affinché fosse garantito, ai lavoratori interessati, la mutua aziendale anche dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Quanto appena precisato si rendeva necessario per superare la norma statutaria (della CADGI) che prevedeva e prevede la qualifica di socio onorario nell'esclusivo caso in cui la data di cessazione del rapporto di lavoro sia corrispondente o successiva a quella della maturazione del diritto alla pensione pubblica. E' opportuno precisare che ho usato il termine raccomandazione, perché nessuno può imporre al Consiglio d'Amministrazione della CADGI alcuna modifica allo statuto: esso è sovrano e decide con la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto.
Per concludere: laddove si verificassero le condizioni per la stipula di un accordo sindacale così come sommariamente descritto nell'art. 4 della cosiddetta legge di riforma del mercato del lavoro, si adotterebbero le opportune misure per garantire ai lavoratori interessati l'accesso alla CADGI per i pensionati anche in carenza del requisito normalmente previsto dallo statuto della CADGI, ovvero, come ho già detto e precisato, si raccomanderebbe al Consiglio d'Amministrazione della citata cassa di adottare le opportune misure.
Io sono, invece, assolutamente contrario, a qualsiasi intervento in sede non protetta; sono cioè contrario a garantire la qualifica di soci equiparati ai soci onorari a prescindere da qualunque accordo sindacale e semplicemente sulla base di una modifica dello Statuto CADGI che spetterebbe sempre al consiglio d'Amministrazione. Il sindacato ha il dovere di occuparsi delle ristrutturazioni aziendali e, in ogni caso, degli interventi sull'occupazione in azienda e questo, ovviamente, per garantire tutele ed equità di trattamenti. IBM, dal 2003 in poi, ha agito di sua iniziativa, escludendo il sindacato da tutto ciò che riguarda il futuro occupazionale dell'azienda e non mi sembra proprio il caso di semplificarle il lavoro. Molti colleghi si lamentano quotidianamente delle forti pressioni che continuano a ricevere per dare le dimissioni e una ulteriore liberalizzazione, gestita esclusivamente dall'azienda, contribuirebbe a peggiorare la situazione.
E' pur vero che l'utilizzo dell'aspettativa in attesa della maturazione del diritto alla pensione pubblica funziona, ai fini della CADGI pensionati, come un modo per facilitare le dimissioni volontarie incentivate, ma:

Spero di avere dato un contributo utile.

5 settembre 2013

Alfio Riboni


Con riferimento alle considerazioni del collega A. Riboni alla mia proposta di modifica alla Statuto Cadgi, qui di seguito i miei commenti:

Il collega Riboni, in tutta la prima parte del suo contributo, richiama la legge sul mercato del lavoro recentemente approvata ed in particolare cita in dettaglio l'art. 4 della suddetta legge evidenziando il fatto che tale articolo fa riferimento ad accordi sindacali come condizione per l'applicazione dell'incentivo all'esodo ivi compreso il limite temporale di 4 anni.

Nulla di dire al riguardo se non che la mia proposta semplicemente trovava spunto da quella legge ma non aveva e non ha per oggetto modalita' di gestione di esuberi di personale che restano di competenza delle organizzazioni sindacali e dell'azienza. Peraltro sarebbe estremamente interessante sapere se il sindacato prevede di intraprendere delle iniziative per verificare se IBM, nei prossimi mesi, intende avvalersi di questo strumento previsto dalla nuova legge. Nel qual caso non ho alcun dubbio che il sindacato saprà, ancora una volta, fare le le raccomandazioni "giuste" in tema di Cadgi come nel passato.

Ma, ripeto, tutto questo non era e non e' oggetto della mia proposta.

Quello invece che trovo singolare e' l'assoluta contrarietà espressa dal collega a qualsiasi modifica dello Statuto Cadgi volto a "garantire la qualifica di soci equiparati ai soci onorari a prescindere da qualunque accordo sindacale" perché questo, si afferma, "semplificherebbe" il lavoro di IBM per la quale sarebbe più agevole continuare a gestire, di sua iniziativa ed escludendo il sindacato, interventi di tipo occupazionale.

Pur comprendendo lo spirito che muove il collega a fare queste affermazioni, sembra che il Cadgi, o meglio la mancata copertura Cadgi, debba essere utilizzata quasi come un deterrente nei confronti di tutti quei colleghi che raggiungono con l'azienda, si presume con piena soddisfazione e convenienza, accordi di incentivazione all'esodo, in ottica di prepensionamenti (in contesti "protetti" e meno che siano).
Se cosi fosse, e spero di no, come deterrente sarebbe stato ben poco efficace considerate le decine e decine di colleghi che hanno aderito, volontariamente e con piena soddisfazione, alle proposte di uscita anticipata fatte loro dalla società.

Inoltre, non mi risulta ci siano state particolari rimostranze da parte del sindacato all'utilizzo, a dir poco inappropriato, dell'aspettativa per gravi motivi familiari, come "tecnicismo" per garantire la copertura Cadgi in attesa del diritto alla pensione pubblica. Tecnicismo che mi ha sempre trovato totalmente contrario e che sarebbe stato possibile evitare se, negli anni scorsi, si fosse voluto modificare lo statuto nel senso da me indicato.

In sostanza qui non si tratta di semplificare la vita ad IBM ma, piuttosto, di non renderla difficile a tutti i colleghi IBM interessati alla questione.

Mi rendo conto che l'istituto del Cadgi venga considerato, giustamente, dal sindacato come una sua conquista ed, in quanto tale, non veda di buon occhio modifiche, come quella da me auspicata, che intervengano al di fuori di accordi sindacali piu' generali.

Ma e' altrettanto vero che il Cadgi e' ormai un bene comune, che riguarda la totalità dei dipendenti IBM, iscritti o meno a qualunque organizzazione sindacale, gestito da un CDA democraticamente eletto ( in cui il sindacato e' regolarmente rappresentato) e che potrà, nella sua autonomia, assumere le decisioni che riterrà opportune circa la proposta da me inviata.

Cordiali sauti.

18 settembre 2012

Umberto Piretti


Ulteriore risposta a Piretti:

Ho letto con attenzione il commento del collega Piretti alle mie considerazioni sulla sua proposta di modifica dello Statuto della CADGI e ritengo opportune alcune precisazioni e considerazioni che propongo, qui di seguito, molto sinteticamente e schematicamente.

Precisazioni

Considerazioni
La mia preoccupazione rispetto a un bonus di 4 anni è sostanzialmente, lo ripeto e insisto, quella di offrire a IBM la possibilità di reiterare ancor più violentemente le sue pressioni nei confronti dei colleghi, raddoppiando il periodo temporale fra la cessazione del rapporto di lavoro e la maturazione del requisito utile per il diritto alla pensione pubblica; in altre parole si passerebbe dai 2 anni, oggi possibili mediante il trucco dell'aspettativa, a 4 anni: e se nei prossimi 4 anni i futuri governi riuscissero a cancellare la pensione anticipata e rimanesse esclusivamente la pensione di vecchiaia con un'età che i nostri politici ci fanno immaginare sempre più elevata?
Ovviamente queste preoccupazione può essere solo mia e tutti gli altri consiglieri CADGI potrebbero pensarla all'opposto: di fronte a una proposta come quella del collega Piretti io potrei essere in assoluta minoranza e il consiglio del CADGI è assolutamente sovrano. Certamente il Consiglio della CADGI dovrebbe anche valutare l'impatto sul bilancio di un numero imprecisato di soci equiparati ai soci onorari che non avrebbero reddito per 4 anni e quindi pagherebbero la quota più bassa ..., ma questo è sicuramente un dettaglio su cui riflettere senza che diventi ostativo.
Il mio riferimento alla Legge di riforma del mercato del lavoro (ancora priva di decreti attuativi e di finanziamenti adeguati), serviva semplicemente a indicare una sede protetta con regole e criteri uguali per tutti (come avvenne in occasione delle procedure di mobilità) in cui garantire equità di trattamento (anche per quanto riguarda l'ammontare dell'incentivo) e reale volontarietà per quanto riguarda possibili dimissioni incentivate.
Infine, non si tratta di gelosie sindacali nei confronti di modifiche dello Statuto della CADGI, ma di preoccupazioni serie ... fermo restando la assoluta autonomia decisionale del Consiglio d'Amministrazione.

Concludo auspicando che questa discussione non rimanga un colloquio a 2, perché ciò non aiuterebbe soprattutto uno sviluppo della proposta del collega Piretti e, eventualmente, mi riservo di tornare sull'argomento laddove potesse servire in un dibattito un po' più ampio.

Alfio Riboni

20 settembre 2012.


Intervento di Giusi Lo Cicero:

Sono una collega che ha accettato l'incentivo all'esodo proposto da IBM, e a fine anno (31 dicembre 2012), dopo ben 35 anni e mezzo di attività continuativa lascerà la compagnia senza, però, aver raggiunto i requisiti per la pensione, per raggiungere i quali ho deciso di devolvere una buona parte dell'incentivo all'INPS sotto forma di contributi volontari.

Sono amareggiata però dal fatto che, alle porte della pensione, dopo aver sempre contribuito alla CADGI (anche in maniera volontaria, es: aspettativa facoltativa post-maternità, versamento della quota per i grandi interventi, 2012-13 incluso) mi venga preclusa la possibilità di poter diventare Socio Onorario.

Ho visto la proposta sul Forum del collega Piretti, ed ovviamente non posso che esserne d'accordo: ritengo profondamente ingiusto, dopo tutti questi anni dover rinunciare ad un benefit che mi sarebbe spettato di diritto! Mi sento anche discriminata nei confronti di chi magari lavora in questa azienda solo gli ultimi dieci anni della sua attività lavorativa!
Ma la maggiore discriminazione la rilevo leggendo l'ART.3 Bis- Soci Onorari del regolamento: in passato. agli esodati è sempre stata data la possibilità di non perdere questo beneficio, purchè abbiano acceduto al trattamento pensionistico senza soluzione di continuità.
Perchè quindi ora questa chiusura a dare nuovamente questa possibilità? Soprattutto in considerazione di quanti, per svariati motivi, non lontani dalla pensione, hanno optato come me per le dimissioni e conseguente contribuzione volontaria.
Sì è vero che, per chi si è dimesso nel 2011, ad una manciata di mesi dalla pensione, ben poco gli è valsa questa deroga, ma almeno la possibilità gli era stata offerta.
Non sono assolutamente d'accordo sulla posizione di chi ritiene che questa concessione agevolerebbe l'IBM nei suoi piani di riduzione, sono ben altri i parametri che entrano in gioco! Non significa dare un beneplacito implicito all'IBM (per questo il campo di battaglia dovrebbe essere un altro) ma assicurare un trattamento equanime a coloro che, come nel passato, si trovano e si troveranno in situazioni analoghe.

Non so se questo Forum è il posto indicato per chiedere che nel prossimo consiglio CADGI venga portata e discussa la proposta presentata dal collega Piretti, in modo da regolamentare quanto già approvato, come eccezione, negli anni passati; se non lo fosse chiedo indicazione di come fare formalmente questa richiesta condivisa anche da parecchi ex-colleghi fuori usciti in questi ultimi mesi.

Giusi Lo Cicero

8 novembre 2012