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BUGIE RADICALI

20 referendum per peggiorare la vostra vita

tante buone ragioni per non firmarli

 

La "lista Bonino" sta raccogliendo le firme su 20 referendum abrogativi di cui ben 11 riguardano il lavoro e il sindacato.

I contenuti dei referendum rivendicano maggiore "libertà". Ma la libertà cui pensano i radicali altro non è se non la libertà incondizionata del più forte, la libertà dei datori di lavoro di decidere delle sorti delle donne e degli uomini senza alcun vincolo.

I radicali, da tempo, invocano per Italia un modello all’"americana" in cui la solidarietà è bandita e la persona si può difendere da sola se ne ha i mezzi economici e la forza!

Il moderno mondo dei radicali assomiglia

ad una "giungla" più che ad una società civile.

Il perché si vede chiaramente dal testo dei referendum.

disciplina dei licenziamenti

Annullare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che prevede che " il giudice possa dichiarare nullo il licenziamento senza giusta causa o senza giustificato motivo"

Senza questa norma il datore di lavoro può licenziare come e quando vuole senza dover rendere ragione, magari semplicemente sulla base di una antipatia per la lavoratrice e il lavoratore!

Noi al contrario ci siamo battuti perché i lavoratori e le lavoratrici abbiano tutelato il proprio posto di lavoro, anche nelle piccole imprese e nei rapporti di lavoro atipici.

 

tempo determinato

Abrogare la legge 18 aprile 1962, n. 230 "Disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato" e successive modificazioni.

Il referendum propone di liberalizzare i contratti a tempo determinato.

In questo modo il datore di lavoro può liberamente decidere la durata dei contratti di lavoro, superando le tutele della giusta causa in caso di licenziamento.

Il contratto a tempo indeterminato sarà così riservato a pochi privilegiati, mentre la maggioranza dei lavoratori vivrà una condizione di continua precarietà.

Per noi il contratto a tempo determinato deve essere tutelato dalla legge e dalla contrattazione collettiva, con garanzia di salario, orario e diritti.

 

part time

Il referendum si propone di abrogare il decreto legge 30 ottobre 1984 n 726 e successive modificazioni per proporre la completa liberalizzazione dei contratti di lavoro a tempo parziale.

Il referendum propone libertà di ricorso al part time, ma solo per i datori di lavoro: Infatti, mentre il part time viene conquistato con difficoltà nella contrattazione collettiva, in molti settori, come il commercio, si vorrebbe imporlo a prescindere dalle esigenze e dalla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori.

I radicali sono sempre più entusiasti del modello americano in cui una persona per sopravvivere deve svolgere due lavori a part time!

Chi lavora a part time per sua scelta sa che è meglio avere un contratto nazionale con garanzie di salario ma soprattutto di orario!



lavoro a domicilio

Abrogare la legge 18 dicembre 1973 n.877

" Nuove norme per la tutela del lavoro a domicilio" e successive modifiche."

Oggi il lavoro a domicilio non è affatto vietato ma regolamentato, i radicali invece vorrebbero abolire qualsiasi norma e garanzia per il lavoratore che così può essere a disposizione del datore 24 ore su 24.

In assenza di una legge che tuteli il controllo delle prestazioni lavorative il lavoro a domicilio può diventare una schiavitù.

Ancora una volta questo referendum giova solo ai padroni e mai al lavoratore e alla lavoratrice.

Noi siamo invece per mantenere le norme che tutelano il lavoro a domicilio e per una legge che normi anche il telelavoro.


collocamento al lavoro

Si chiede di abrogare il D. Lgs. 23 dicembre 1997 n.469 " Conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro a norma dell’Articolo 1 della L. 15 marzo 1997 n. 59 e successive modifiche"

L’obiettivo è di liberalizzare completamente il collocamento privato, superando qualsiasi forma di garanzia e controllo.

Per i radicali evidentemente le lavoratrici e i lavoratori non sono persone ma una merce qualsiasi da vendere e comprare liberamente! Libertà di caporalato? Libertà di chiedere tangenti a chi cerca lavoro?

La legge che si vuole abolire ammette già il collocamento privato, ma chiede a chi svolge tale attività alcune garanzie, tra cui la gratuità del servizio per i lavoratori, uffici idonei, competenze e copertura finanziaria oltre alla prevista autorizzazione ministeriale.

Noi siamo per un sistema di collocamento che dia garanzie e certezze di equità

 

pensioni di anzianità

Abrogazione della legge 8 agosto 1995 n.335 " Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare" articolo 1 pensioni di anzianità.

Con questo quesito referendario si chiede infatti di abolire la pensione di anzianità, elevando da subito a 57 anni e a 40 anni di contributi i requisiti minimi per la pensione.

Per i radicale le pensioni di anzianità sono un lusso da abolire, non conta la storia lavorativa di ciascuno, il tipo di lavoro che si è svolto, ecc.

Importante è poter regalare alle imprese una riduzione degli oneri contributivi.

Per noi le pensioni sono già state riformate. Il problema vero è quello di una politica di sviluppo che consenta di aumentare in modo stabile l’occupazione e così consentire a tutti una pensione dignitosa.

 

servizio sanitario nazionale

Si chiede l’abrogazione della legge 23 dicembre 1978 n.883 "Istituzione del servizio sanitario nazionale" e successive modifiche.

Con questo quesito si vuole lasciare i cittadini liberi di scegliere una assicurazione privata in alternativa al Servizio Sanitario Nazionale, fermo restando l’obbligo di assicurazione, ma abrogando l’estensione dell’assicurazione ai familiari dei cittadini soggetti alla dichiarazione Irpef.

E’ chiaro che si vuole così eliminare un servizio sanitario per tutti i cittadini, dando invece ampio spazio e guadagno alle assicurazioni e ai presidi privati.

I radicali ci propongono una sanità per i ricchi e una per i poveri, monetizzando il diritto alla salute e alla vita.

Per noi il diritto alla salute è prima di tutto un diritto universale, che deve essere garantito da una struttura pubblica efficace ed efficiente. Gli esempi di privatizzazione che ci sono stati (vedi Lombardia) non sono certo stati garanzia di un servizio migliore (il Galeazzi insegna...).

 

patronati sindacali

Abrogazione del decreto legislativo 29 luglio 1947 n.804 " Riconoscimento giuridico degli istituti di patronato e di assistenza sociale"

Abolire il finanziamento pubblico ai patronati vuol dire rischiare di privare i cittadini, in particolare la fasce più deboli, di un servizio essenziale a cui affidarsi.

In questo modo i radicali vogliono, ancora una volta, favorire i guadagli dei liberi professionisti, costringendo cittadini e pensionati ad affrontare enormi spese per l’esercizio dei propri diritti.

I patronati sono uno strumento utile che garantisce un servizio ai cittadini per ottenere, a titolo gratuito e senza dover ricorrere a costosi studi professionali, i benefici previdenziali, sanitari e sociali, sgravando per altro l’Inps di funzioni e di costi.

 

monopolio Inail

Abrogazione del Decreto 30 giugno 1965 n.1124 " Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali" e successive modifiche.

Il referendum chiede di abolire l’assicurazione obbligatoria all’INAIL contro gli infortuni sul lavoro per favorire ancora una volta le compagnie private.

Anche in questo caso la "libertà di scelta" servirebbe alle imprese a sfuggire i controlli mentre il nostro paese ha un gravissimo primato di incidenti sul lavoro con una media di 3 casi mortali al giorno.

Noi pensiamo che di fronte a questa gravissima situazione vanno invece rafforzate e rapidamente applicate le norme in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

sostituto d’imposta

Abrogazione del decreto 29 settembre 1973 n.600 "Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi"

Il quesito chiede di abolire il meccanismo secondo il quale i datori di lavoro trattengono e versano direttamente allo Stato le imposte sulla busta paga.

Può sembrare curioso un referendum che non propone di ridurre le tasse ma solo di cambiarne le modalità di riscossione.

La proposta radicale costringerebbe ogni lavoratore ad affidarsi ad un commercialista, i cui guadagni stanno tanto a cuore ai radicali.

Per noi i problemi del fisco sono ben altri: il recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale e la riduzione delle aliquote per le fasce più deboli.

 

trattenute associative e sindacali

Abrogare la legge 4 giugno 1973 n. 311 "Estensione del servizio di riscossione dei contributi associativi tramite gli enti previdenziali"

Con questo quesito referendario si chiede l’abolizione della trattenuta associativa sulle buste paga dei dipendenti e sulle pensioni degli iscritti al sindacato.

L’approvazione di questo referendum vieterebbe a pensionati, lavoratrici e lavoratori di continuare a versare con le modalità in atto i contributi al loro sindacato.

 

Perché i lavoratori e i pensionati non dovrebbero essere liberi di finanziare, anche nel modo che ritengono più opportuno, la loro organizzazione sindacale ?

 

Comitato per le libertà ed i diritti sociali

 

www.rsuibm.org/refrad.htm