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Interrotta la trattativa


Da: Occupazione

Vedere anche : Stabilimenti di Santa Palomba e Vimercate


Nel quadro di una trattativa complessa e delicata che trae origine da un fatto a dir poco epocale, l’espulsione della produzione dal corpo di IBM, il Coordinamento Nazionale R.S.U. IBM Italia S.p.A. e le Organizzazione Sindacali hanno tentato, con insistenza, di acquisire alcuni risultati importanti:

  1. Un piano industriale in grado di descrivere con chiarezza missione, strategie industriali, investimenti e piani di sviluppo dei due stabilimenti di Vimercate e S.Palomba;
  2. Il controllo dell’occupazione sia per quanto riguarda il consolidamento e l’incremento dell’occupazione stabile (contratti di lavoro a tempo indeterminato), sia per quanto riguarda i lavoratori cosiddetti atipici ( contratti di lavoro a tempo determinato);
  3. Il consolidamento dei due siti produttivi definendo le rispettive produzioni affidate, la possibilità di sviluppo delle medesime e il divieto di trasferimento dei lavoratori da un sito all’altro;
  4. Garanzie occupazionali concrete che si sostanzino nel divieto di:
    1. Procedure unilaterali di licenziamento collettivo e conseguenti procedure di mobilità nei prossimi 5 anni;
    2. Procedure unilaterali di cassa integrazione nei prossimi 5 anni;
    3. Ulteriori cessioni di ramo d’azienda che riducano gli stabilimenti, e in particolare il più piccolo di questi, in ombre di se stessi con l’intento finale di prepararne la chiusura definitiva.

Ovviamente permangono alcune altre questioni che, pure importanti, possono essere definite di contorno ed affrontabili in una fase tecnica, ad esempio, quella relativa alla definizione puntuale di tutti gli istituti normativi e retributivi da trasferire in Celestica.

Ieri, 6 marzo 2000, la trattativa si è arenata contro alcuni scogli che il Coordinamento e le OO.SS. continuano a ritenere aggirabili.

Flessibilità

Celestica sembra voler fondare le sue possibilità di successo sulla disponibilità, da acquisire una volta per tutte per almeno 3 o 5 anni, di occupazione precaria.
Almeno 1000 lavoratori a tempo determinato, oltre a tutti gli altri atipici quali ad esempio CFL e apprendisti, sono, secondo Celestica, la condizione del suo successo.
Il Coordinamento e le OO.SS., che già nel passato hanno affrontato e risolto complesse trattative sulla presenza negli stabilimenti di personale precario, hanno fatto notare che:

  1. La motivazione addotta da IBM nel passato e relativa al recupero di competitività, non si è poi tradotta in risultati inoppugnabili e comunque, fatto eclatante, la Corporation ha deciso di trasferire altrove produzioni di punta quale ad esempio quella relativa all’AS/400.
  2. Non c’è tuttavia un pregiudizio alla discussione, ma essa non può che riprodurre lo schema dell’ultimo accordo in materia ( Giugno 1999) che scadrà il 30.06.2000;
  3. Lo schema citato al punto precedente è riproducibile e ricontrattabile evitando, però, una presenza quantitativamente abnorme di temporanei e, comunque, tale presenza deve essere strettamente in rapporto con le produzioni attualmente in essere e con quelle di probabile prossima implementazione;
  4. Sempre lo schema citato è riproducibile in un accordo la cui durata non può superare circa un anno e mezzo e deve, quindi, svilupparsi una costante e certa dialettica sindacale per quanto riguarda produzioni e mix occupazionale nei due stabilimenti.

Garanzie occupazionali

Come già detto, oltre alla garanzia che non vengano avviate nei prossimi 5 anni procedure unilaterali di licenziamento collettivo, mobilità e/o cassa integrazione e sul mantenimento dei due siti produttivi, occorre acquisire un impegno sostanziale a non avviare ulteriori cessioni di ramo.
Se è pur vero che, così facendo, Celestica non avrà la piena disponibilità di un bene economico acquisito ( stabilimenti, produzione e maestranze ), è altrettanto vero che, una piena libertà di vendere pezzi di azienda, può portare allo svuotamento complessivo delle fabbriche con la conseguente possibile futura scomparsa della produzione in Italia.
Occorre sottolineare che, anche per quanto riguarda il no-manufacturing, il problema di possibile future cessioni di ramo d’azienda è un dato di particolare preoccupazione: anche IBM può essere " polverizzata " in tante piccole o grandi ragioni sociali distinte.

Conclusioni

La trattativa si è arenata su due questioni di peso specifico rilevante.
Celestica rigetta la possibilità di riprodurre per un anno e mezzo lo schema dell’accordo del Giugno ’99 sui temporanei e lo fa in modo strisciante.
Infatti pretende un numero abnorme di temporanei, circa 1.000, negli stabilimenti per almeno tre anni e rifiuta, quindi, una dialettica sindacale sulla composizione qualitativa e sul rapporto tra occupazione stabile, precaria e missioni produttive.

Celestica non accetta un limite alla sua libertà d’impresa per quanto riguarda possibili ulteriori cessioni di ramo d’azienda.

Il sospetto che ciò nasconda la volontà aziendale di un progetto "spezzatino" nei due stabilimenti è legittimo:

In questa situazione e a queste condizioni la trattativa non ha potuto e non potrà proseguire.
Il Coordinamento e le OO.SS. auspicano un ripensamento da parte delle direzioni IBM e Celestica e si dichiarano pronte, fin da subito, a riprendere la trattativa per affrontare e sciogliere i nodi rimasti irrisolti.

Segrate 7 marzo 2000

Coord.to Nazionale RSU IBM

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