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Da: Politica aziendale e risultati economici; RSU di Milano e Segrate

Vacche magre?

Sette anni di bilanci IBM (1993 - 1999)

Ricordate com'era finito il 1998? I dirigenti, soddisfatti, si davano manate sulle spalle e distribuivano premi generosi ai collaboratori preferiti. Che bello, no? E che contrasto con la prima metà degli anni Novanta, in cui si parlava solo di ridurre il personale e tirar la cinghia!  Eppure,  che stranezza!, quegli stessi dirigenti pubblicano un bilancio 1998 in cui il Gruppo IBM Italia presenta un risultato in rosso di 82 miliardi. E non basta: il patrimonio è ormai meno della metà di quello del 1993, la quota di mercato IT (in Italia) è passata dal 20% al 16%, la produttività in termini di fatturato per dipendente è scesa di oltre il 10%. In sintesi: il 1998 risulta il peggior anno della serie 1993 – 1999, molto al di sotto del buon 1995, in cui ufficialmente tirava ancora aria di ristrutturazioni. Un mondo capovolto?

Ora che sono disponibili anche i dati del 1999 (che segnano un netto miglioramento su quasi tutti gli indicatori), è venuto il momento di fare qualche ragionamento su questi ultimi sette anni, proprio partendo dall’analisi dei bilanci IBM.

Se questa analisi è possibile.

Il dubbio non è peregrino. Se andate in libreria e comprate un libro qualsiasi che tratta di analisi di bilancio, vi rendete conto che, alla fin fine, tutti i ragionamenti sono indirizzati a comprendere cosa contribuisce a realizzare un certo risultato, cosa invece ostacola, se comunque il risultato è accettabile in funzione dei mezzi finanziari impiegati o no, eccetera. Tecnicamente, il parametro più importante è il ROE (Return On Equity), che indica quanto “vale la pena” imprenditorialmente l’attività di una certa azienda (a paragone, per esempio, con un investimento in immobili, in titoli di Stato, ecc.). Tutti gli altri parametri servono ad analizzare in dettaglio i singoli contributi che vanno a formare il ROE, al fine di identificare i punti di forza e di debolezza e trarne indicazioni operative.

Per il Gruppo IBM Italia, il valor medio del ROE fra il 1995 e il 1999 è zero.

Per la precisione: il 7 per mille. Per dare un termine di paragone, segnaliamo che lo stesso parametro per IBM World Trade, riferito allo stesso periodo, dà come risultato 31% (che ovviamente influisce direttamente su dividendi e quotazioni delle azioni IBM che possedete. La scelta di escludere il ’93 e il ’94 è stata fatta per non incorrere nell’obiezione di aver incluso anni eccezionalmente cattivi, e comunque ormai lontani nel tempo.) 

Parrebbe di dover concludere che il Gruppo IBM Italia è praticamente un’azienda senza scopo di lucro, come fosse una fondazione culturale o caritatevole.

Confrontando la struttura dei bilanci del Gruppo IBM Italia e quello IBM World Trade, si nota però un’altra stranezza: tutti i parametri sono abbastanza simili, tranne uno: il rapporto fra valore aggiunto e fatturato, che risulta sistematicamente più basso da noi che per la capogruppo mondiale (grosso modo il 30% contro il 40%). Insomma, è come se le nostre spese avessero un pezzetto in più rispetto al consolidato mondiale. Supponiamo che questa componente in eccesso costituisca solo un comodo sistema per trasferire denaro dall’IBM Italia alla casa-madre: non potremmo considerarlo in un certo senso come parte del risultato italiano? (Ovviamente a livello mondiale sarebbe solo una partita di giro e non comparirebbe). Bene, secondo questa fantasia il ROE medio ’95 - ’99 del Gruppo IBM Italia salirebbe al 36%. Un po’ più dignitoso del 7 per mille, no? E l’ordine di grandezza di questi ipotetici trasferimenti, sempre fra il ‘95 e il ’99? Mille miliardi all’anno, lira più, lira meno. Non arriverebbe qualche pacca sulla spalla anche da Armonk?

Ma torniamo alle nostre riserve sull’analisi di bilancio che vi presentiamo. Anche se non nutriamo alcun dubbio che i bilanci di IBM Italia S.p.A. e del Gruppo IBM Italia (finora abbiamo citato solo il secondo per non appesantire il discorso, ma i numeri della capogruppo italiana si muovono di conserva) siano formalmente corretti e veritieri, invitiamo il lettore a meditare sul seguente principio contabile generale:

Per ciascuna operazione o fatto e comunque per ogni accadimento aziendale, è indispensabile conoscere la sostanza economica dello stesso qualunque sia la sua origine. La sostanza economica dell’operazione rappresenta l’elemento prevalente  per  la contabilizzazione, valutazione  ed esposizione dell’evento nel bilancio, affinché quest’ultimo possa assicurare chiarezza di redazione ed una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio.”
Alberto Giussani – PricewaterhouseCoopers, “Come interpretare il bilancio”, ed. Il Sole 24 Ore, 2000, II ed., pag. 37).

Possibile che l’interscambio economico fra IBM Italia e IBM WT non abbia abbastanza sostanza economica da essere meglio evidenziato in bilancio? Comunque, stando così le cose, l’analisi dei numeri di IBM Italia può essere condotta correttamente se, e solo se, si ricorda sempre che, con ogni verosimiglianza, l’obiettivo imprenditoriale primario non è la massimizzazione del risultato dichiarato, così come appare in bilancio, bensì la massimizzazione di un altro valore - l’invio di denaro alla casa madre – che non è affatto evidenziato in bilancio, né ricavabile con certezza dalle informazioni pubblicate.

In questo dischetto vi presentiamo quindi una nostra lettura dei bilanci IBM, ben consapevoli che se molti aspetti aziendali assumono contorni più precisi, molti altri sembrano svanire nelle nebbie. Nonostante ciò, scelte di mercato e di investimento, ristrutturazioni aziendali, abbandono e svendita di stabilimenti,  politiche retributive, gestione delle spese, assottigliamento del patrimonio aziendale sono argomenti che riguardano da vicino tutti noi, e forse varranno una qualche fatica nella lettura.

Il dischetto è in distribuzione presso i Rappresentanti Sindacali.

RSU di Milano e Segrate                                                                                             Novembre 2000