Home    Lista RSU    Guida Sindacale    Accordi Importanti    Indici Tematici    Storico    Contattaci    Iscriviti    Sindacati    Ricerca

Gli esclusi - Storie di estromessi dal mondo del lavoro


Da: Retribuzione e cedolino stipendio

Vedere anche: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti


Finalmente, dopo molto tempo, artisti e intellettuali italiani sembrano accorgersi dell'esistenza del tema del lavoro, o della mancanza di lavoro, in tutte le sue sfaccettature. Carlo Bo li definiva, di recente, 'animali in via di estinzione', almeno quelli disponibili all'intervento civile e alla partecipazione.
Dopo anni di silenzio sull'argomento, a parte 'Il posto' di Ermanno Olmi, recentemente sottoposto a restauro, e 'Cresceranno carciofi a Mimongo', ricordato più che altro per la voce fuori campo di Fabio Fazio, e per l'interpretazione di Valerio Mastrandrea; a parte le varie soap e miniserie e sceneggiati in cui mestieri e professioni erano solo un pretesto per raccontare fattacci di cronaca o storielle sentimentali, protagonisti/e commesse, estetiste, poliziotti, vigili, custodi ecc..., il nostro cinema in particolare offre segni di risveglio su questo piano.
Segnaliamo 'Non mi basta mai', autore Guido Chiesa, con la sceneggiatura firmata anche da don Luigi Ciotti del Gruppo Abele di Torino, che racconta la storia, vera, di cinque protagonisti degli scioperi a Mirafiori (Fiat) nel 1980, seguendoli fino al giorno d'oggi; e 'Guarda il cielo', di Piergiorgio Gay, film anomalo e coraggioso, che stenta a trovare una distribuzione nelle sale, e che parla dei problemi di tre donne, di epoche diverse, accomunate dal fatto di essere tutte sfruttate e deluse, in maniera diversa, dai rispettivi ambienti di lavoro.
L'evento più importante di questa stagione di ritrovato interesse ai problemi dell'occupazione e della disoccupazione è senz'altro il bel libro di Anna Maria Mori, nota giornalista e scrittrice, dedicato agli emarginati dal mondo del lavoro, e intitolato non a caso ' Gli esclusi', edito da Sperling & Kupfer.
Il libro, che si avvale di una prefazione sintetica e incisiva dell'ex Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, nella prima parte, grazie anche a numerosi riscontri statistici, riesce a sfatare tutta una serie di luoghi comuni, di leggende metropolitane sul lavoro: per esempio, il fatto che negli USA sia stata raggiunta la piena occupazione; che la cosiddetta new economy tiri alla grande e crei ancora centinaia di posti di lavoro; che la globalizzazione sarà la panacea per tutti i problemi del mondo, insieme alla flessibilità, e in particolare per la disoccupazione; che in Italia ci sia tanta gente, giovani soprattutto, che non hanno voglia di lavorare...
Esemplari sono i dati sulle aziende USA capofila del commercio elettronico ( ben 53 aziende han chiuso da inizio anno, più di 24.000 lavoratori sono rimasti a casa, perfino Amazon.com, un vero colosso del settore, ha annunciato licenziamenti), e la storia di Steve Fine, 30 anni, ex direttore artistico di Pseudo.com, tv interattiva su Internet, fallita poco tempo fa, lasciandolo sul lastrico (ora è un barbone, con le tasche piene di azioni che non valgono niente, vive con gli aiuti dell'assistenza sociale).
Vengono svelate le statistiche truccate, sia quelle americane sia quelle italiane: è vero che nel 2000 nel nostro Paese sono stati creati 600.000 posti di lavoro in più, ma i tre quinti di essi sono regolati da contratti atipici, a termine, in affitto o nel migliore dei casi in part time rinnovabile, spesso senza garanzie (niente contributi, tutto pagato in nero, lettera di dimissioni, in bianco, fatta firmare al momento dell'assunzione, in particolare a donne in predicato di diventare mamme).
Nel contempo, grazie alla pratica dei pensionamenti anticipati, la grande industria ha distrutto almeno 500.000 posti nel giro di dieci anni.
Con l'aiuto della psicoanalista Simona Argentieri, la Mori analizza le conseguenze psicologiche, in termini di perdita dell'autostima, di dolore, di allontanamento da amici e famiglia, e di perdita addirittura dell'identità personale (che per più d'uno ormai si identifica col ruolo lavorativo), spesso sottovalutate rispetto agli aspetti economici e finanziari dell'esclusione dal lavoro.
Grazie alla testimonianza di Roberto Muggia, avvocato specializzato in Diritto del Lavoro, si ripercorre la storia dell'applicazione dello Statuto dei lavoratori del 1970, e di come certe interpretazioni degli strumenti di tutela dei diritti di chi lavora abbiano portato all'impotenza e al vuoto (sotto forma di controllo, che pure è garantito dalla Costituzione ) da parte di sindacati e magistratura nel caso di prepensionamenti di massa e offerte di incentivo alle dimissioni, o riorganizzazioni aziendali, che mascherano veri e propri licenziamenti collettivi, non consentiti dalla legge.
La seconda parte dell'opera è dedicata a interviste effettuate dalla stessa Mori, o tradotte (opera di colleghi francesi) , che riguardano diverse situazioni di disagio: si va dai neo diplomati o neo laureati a caccia della prima occupazione, ai cassintegrati (Telecom), ai quaranta/cinquantenni buttati sulla strada, dopo anni di esperienza, di competenza, di abnegazione e fedeltà a un'azienda e a un sistema di vita (l'excursus di Giancarlo di Milano, 56 anni, brillantissimo ingegnere elettronico, fa davvero meditare) , alle donne (le italiane sono le più discriminate in assoluto in Europa, insieme alle spagnole; indicativa la storia di Elena, estratta da 'la Repubblica', che per la mancata conferma come insegnante di musica nelle scuole pubbliche ha tentato più volte il suicidio, e vive in preda a terribili crisi depressive ) , ai meridionali giovani e meno giovani.
Forse una soluzione sta, come sostiene il prof. Luciano Gallino, nel togliere al lavoro il suo incanto, "vedendolo per quello che realmente è: nulla più d'un mezzo necessario per sopravvivere che non ha alcun diritto a stare in cima alla gerarchia dei valori delle società contemporanee. Per sostituire finalmente a esso ... l'ozio, il padre di tutte le virtù, spingendo finalmente verso il basso il principio lavoro, vero oppio dei popoli..." , ispirandosi al modello del dottor Pangloss, il precettore ottimista a oltranza del 'Candido' di Voltaire?

Caterina Marmo - giugno 2001