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COMMENTO AL QUESTIONARIO SUL TELELAVORO DEL DICEMBRE 2003


Da: Telelavoro


In merito ai risultati del questionario sul telelavoro domiciliare (TLD) raccolti lo scorso mese di dicembre.

Al questionario hanno risposto 315 lavoratori in tutta Italia, con la sola esclusione della sede di Vimercate.

Di questi lavoratori 190 sono maschi e 107 femmine. L'età media è di 39,7 anni, la maggior parte di chi ha risposto è nato tra il 1955 ed il 1974, lavora nel marketing , nei servizi tecnici ed in amministrazione, a Segrate, Roma e Milano. I motivi per cui chiede il TLD sono legati a problemi connessi ai tempi di spostamento tra casa e la sede di lavoro e ai relativi costi. Quindi all'esigenza di una gestione più flessibile degli orari famigliari e (al terzo posto) per poter contribuire a ridurre il traffico automobilistico e migliorare la qualità della propria vita.

Nell'immaginare la ripartizione tra tempo di lavoro da casa e tempo di lavoro emerge quanto segue:
il 19,7% vorrebbe lavorare 2 giorni la settimana da casa propria
il 17,5%
"
2 ½
"
il 14,6%
"
1 ¼
"
il 10,2%
"
1
"
il 10,2%
"
3
"

Il 52,4% di coloro che rispondono dichiarano di aver già lavorato da casa, mentre il 75,6 NON ha mai chiesto al proprio capo il TLD. Tra coloro che invece lo hanno chiesto, il capo ha acconsentito nel 23,3% dei casi , ha dilazionato la risposta nel 38,4% dei casi , ha sconsigliato il TLD nel 17,8% dei casi, lo ha rifiutato nel 16,4% dei casi spiegando i motivi dei rifiuto e nel 2,7% ha rifiutato senza dare spiegazione alcuna.

I risultati dettagliati del questionario sono reperibili all'indirizzo: http://www.rsuibm.org/20031217.htm

ALCUNE CONSIDERAZIONI.

A noi pare evidente che l'idea di non doversi recare ogni giorno in ufficio per poter svolgere la propria mansione lavorativa abbia oramai fatto breccia tra un numero significativo di colleghi. L'analogo questionario svolto lo scorso anno dalla RSU di Milano nella sola sede di San Felice aveva fatto emergere una attenzione decisamente minore a questa modalità di lavoro. Che la consederazione sia esatta lo dimostra la ripartizione che i colleghi immaginano tra lavoro a casa e lavoro un ufficio: si chiede da 1 a 3 giorni la settimana di lavoro da casa. Solo 2 persone (lo 0,6% dei questionari) chiedono di lavorare sempre da casa (20 gg su 20).

Ciò su cui ci pare regni ancora una grossa confusione è sui vari tipi di telelavoro che sono normati dall'accordo di luglio 2003. In particolare ci pare ancora non chiaramente percepita la distinzione tra: Telelavoro Occasionale e Telelavoro Domiciliare. In questo senso, oltre a rimandare tutti gli interessati ad una lettura integrale ed in prima persona dell'accordo sul telelavoro, abbiamo preparato una SCHEDA che si propone di spiegare le differenze fondamentali tra queste due modalità di TL e cosa occorre fare per potervi accedere.

Naturalmente i Rappresentanti Sindacali sono a disposizione di tutti i lavoratori desiderosi di ulteriori chiarimenti o di assistenza.

Coordinamento Rappresentanze Sindacali Unitarie

IBM Italia SpA marzo 2004