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L'IBM non ritira i 510 licenziamenti


Da: Occupazione

Vedere anche: Strategia


L'8 giugno si è svolto l'incontro con IBM previsto dalla procedura di mobilità che, come già comunicato, è stata avviata dall'azienda lo scorso 27 maggio.

IBM ha confermato:

· Un'eccedenza di costi equivalente a 1000 posti di lavoro che intende risolvere con 510 licenziamenti, uscite incentivate e ulteriori interventi finalizzati a ridurre gli stipendi;

· Lo scorporo di 98 persone dell'E-Client (che saranno cedute a un'azienda fantasma), lo scorporo del "fleet management" di Torino (di cui è incerto il destino) e altre possibili per il futuro;

· Chiusura delle sedi di Ancona e Verona in conseguenza della quale molti colleghi potrebbero essere costretti alle dimissioni.

L'azienda ha inoltre comunicato che ci presenterà un piano industriale (a questo proposito va precisato che il piano industriale è un adempimento previsto dalla Legge nel caso che la trattativa, esaurita la fase in sede sindacale senza accordo fra le parti, debba proseguire presso il Ministero del Lavoro).

Il Sindacato e il Coordinamento:

· Hanno chiesto il ritiro della procedura di mobilità;

· Hanno preannunciato la loro opposizione alle procedure di esternalizzazione;

· Hanno preannunciato di voler esaminare analiticamente il piano industriale per verificarne la completezza e la finalità di rilancio dell'azienda;

· Hanno proposto la creazione di una commissione congiunta volta ad analizzare le problematiche aziendali, con particolare riferimento all'analisi dei costi globali e con l'obiettivo di individuare soluzioni alternative ai licenziamenti (su questo argomento IBM ha già dichiarato di non essere disponibile);

· Hanno chiesto di conoscere il numero dei lavoratori che hanno aderito ai suoi programmi di dimissioni incentivate fino ad oggi (a questa domanda IBM si è rifiutata di rispondere).

A questo punto alcune domande sorgono spontanee.

In un'azienda dove il numero di dirigenti è assolutamente anomalo e fuori controllo, ha senso ed è etico licenziare gli altri lavoratori?

Quando IBM dice che il "mercato" non paga il nostro lavoro, qual è la differenza tra il costo del lavoratore e il prezzo richiesto al cliente? E' il costo del lavoratore il vero problema?

Quando il management nostrano fornirà tutte le informazioni richieste, quando sarà possibile esaminare il piano industriale quando IBM smetterà di limitarsi a dare esclusivamente comunicazioni e sarà possibile un confronto con pari dignità : solo allora saranno possibili soluzioni non traumatiche nell'interesse dei lavoratori e del rilancio dell'azienda.

La riunione è stata aggiornata al prossimo 23 Giugno, per tentare ancora di avviare un confronto con le caratteristiche fin qui descritte.

Fino ad allora il Coordinamento promuoverà ulteriori iniziative di lotta che saranno articolate a livello locale e nazionale, mentre le OO.SS. FIM-FIOM-UILM e le R.S.U. continueranno la loro opera di coinvolgimento delle Istituzioni a tutti i livelli e chiederanno, attraverso un apposito incontro, l'intervento della Presidenza del Consiglio.

Segrate, 9 giugno 2005.

Coordinamento Nazionale R.S.U. IBM Italia S.p.A.