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Da: Stabilimenti di Santa Palomba e Vimercate, IBM come azienda-rete

LO STABILIMENTO CELESTICA (EX IBM) DI VIMERCATE CHIUDE

Con una comunicazione perentoria fatta contemporaneamente alle Rappresentanze Sindacali e ai lavoratori, i massimi vertici di Celestica hanno annunciato la chiusura dello stabilimento di Vimercate con la conseguente perdita del posto di lavoro da parte di centinaia di nostri ex colleghi. Preghiamo i lettori di leggere pazientemente, fino in fondo, questo testo, perché si propone, seppure sinteticamente, di illustrare le responsabilità di IBM in tutta la vicenda conclusasi con la vendita degli stabilimenti di Vimercate e Santa Palomba a Celestica e si sta oggi avviando verso un epilogo drammatico.

Lo studio dei bilanci ha evidenziato al di là di ogni dubbio due aspetti della politica IBM verso gli stabilimenti:

1. Fra il 1992 e il 1995 taglia del 90% (!) gli investimenti in impianti e macchinari (successivamente c'è una leggera ripresa, ma, in ogni caso gli investimenti annui sono sempre meno di un terzo di quelli del 1992);

2. Fra il 1992 e il 1999 chiede uno sforzo straordinario agli operai e ai tecnici degli stabilimenti per produrre sempre di più con attrezzature private di ogni aggiornamento tecnologico e al limite minimo di manutenzione; in questa difficile situazione, i lavoratori riescono ad aumentare la produzione fino al 1995, poi arriva l'inesorabile declino; purtuttavia l'esportazione originata dagli stabilimenti nel 1999 è ancora il 90% di quella del 1992 (i dati del 2000 riguardano solo i primi mesi dell'anno, poi c'è stata la cessione).

Il grafico che segue fotografa bene la situazione appena descritta:

IBM 1992-2000: Produrre senza investire

Ma vediamo meglio caratteristiche e storia di questi stabilimenti. Lo stabilimento IBM di Vimercate fu realizzato nel 1966 su un'area di 287.000 mq. con una superficie coperta di 110.000 mq. per rispondere al notevole sviluppo delle attività produttive in precedenza localizzate nella sede di Via Tolmezzo a Milano; lo stabilimento di Santa Palomba fu, invece, realizzato nel 1982 in sostituzione di un precedente insediamento realizzato a metà degli anni Settanta a Pomezia. L'investimento operato a Santa Palomba, effettuato con contributi e agevolazioni da parte dello Stato italiano a favore delle aree depresse, è avvenuto principalmente in relazione con lo sviluppo tecnologico e il successo commerciale degli elaboratori elettronici della serie AS/400. All'inizio del 1999, IBM Italia annunciò la decisione di trasferire molte fasi produttive dell'AS/400 da Santa Palomba e Vimercate all'Irlanda, adducendo motivazioni di puro vantaggio fiscale determinato dalla politica del governo di Dublino. In questo modo si vanificò una lunga storia di eccellenza tecnologica e produttiva degli stabilimenti italiani, documentata da riconoscimenti da parte della stessa direzione mondiale di IBM, resa possibile anche dalla disponibilità sindacale a contrattare flessibilità, ovvero a raggiungere accordi in relazione all'utilizzo di personale con contratto a tempo determinato. La strategia aziendale che ha prodotto in tutto il mondo un notevole ridimensionamento dell'apparato manifatturiero, affonda le sue radici in una "filosofia" che nacque alla fine degli anni '70. Secondo questa filosofia era imperativa una profonda trasformazione nei modelli organizzativi aziendali finalizzata ad una maggiore flessibilità produttiva, al massiccio ricorso all'esternalizzazione delle fasi produttive a minor valore aggiunto e, infine, ad una riduzione importante dell'impegno finanziario. Negli anni successivi si assistette ad un ulteriore sviluppo di questi processi, nel tentativo di dividere sempre di più il momento produttivo da quello del controllo: l'azienda dominante manteneva all'interno solo le fasi produttive più delicate e a più alto valore aggiunto e svolgeva una quota sempre maggiore della produzione ponendosi al centro di una rete sempre più estesa di fornitori e sub-sub-… fornitori, in continua competizione gli uni con gli altri, dai quali acquistava la quasi totalità dei prodotti e dei servizi che sarebbero poi usciti sul mercato con il suo marchio. L'efficacia produttiva era ottenuta imponendo, alle aziende dominate, non solo standard qualitativi e tempi di consegna, ma anche tecnologie produttive, procedure, programmi di addestramento, politiche di investimento, ecc… I fornitori diventarono così, a tutti gli effetti, reparti esterni dell'azienda dominante, che però rimaneva in grado di "scaricarli" con costi limitati quando trovava migliori condizioni altrove: fu questa nuova organizzazione industriale che contribuì a rendere "volatili" i cosiddetti miracoli economici degli anni Ottanta e Novanta e, per così dire, portò nel mondo produttivo un'aleatorietà simile a quella delle speculazioni puramente finanziarie. Era la strategia del "plant of control" che si sviluppò fino al punto di considerare, almeno per quanto riguarda IBM, la possibilità di passare dalla fase del trasferimento di produzioni (vedi il citato AS400 di Santa palomba) verso paesi a minor costo di mano d'opera e a legislazione fiscale più vantaggiosa, alla fase della cessione (vendita) degli stabilimenti medesimi. Fu così che Vimercate e Santa Palomba furono ceduti alla canadese Celestica e fu ancora così che, successivamente, si svelò il vero disegno industriale di quest'operazione: ridimensionare drasticamente l'attività manifatturiera chiudendo, per ciò che concerne il nostro Paese, lo stabilimento di Santa Palomba e riducendo in maniera oltremodo significativa la qualità e capacità produttiva di quello di Vimercate.

In conclusione:

- IBM ha operato per disimpegnarsi progressivamente dalla produzione, disinvestendo ed impoverendo la capacità produttiva degli stabilimenti;

- E' passata alla fase delle delocalizzazioni togliendo a Santa Palomba il prodotto più importante, ponendo così le basi per la sua chiusura;

- Ha successivamente esternalizzato, con il meccanismo legale della cessione di ramo d'azienda, gli stabilimenti, presentando questa come una possibilità di sviluppo dei medesimi che avrebbero, così, acquisito maggiore competitività sul mercato affrancandosi dal marchio IBM e praticando una politica dei prezzi più aggressiva;

- Celestica si è ben guardata dall'eliminare la dirigenza di provenienza IBM, nonostante queste persone avessero dato prove evidenti di scarsa propensione agli investimenti produttivi e di forte allergia al rischio imprenditoriale; in particolare, lo stesso Direttore del Personale che trattò lo scorporo degli stabilimenti da IBM (presentando come salvifica questa soluzione), è tornato recentemente a gestirne la chiusura;

- Celestica ha proseguito l'opera chiudendo lo stabilimento di Santa Palomba con la motivazione dell'assenza, ormai, di produzioni profittevoli che ne giustificassero l'esistenza;.

- La strategia del disimpegno è continuata attraverso la progressiva riduzione delle commesse IBM allo stabilimento Celestica di Vimercate, fino alla recente delocalizzazione delle ultime produzioni di qualche significato;

- Oggi, l'opera si completa con la chiusura dello stabilimento di Vimercate, e quindi con l'azzeramento della presenza di Celestica in Italia.

CREDIAMO DI AVERE BEN DIMOSTRATO LE RESPONSABILITA' DI IBM E CREDIAMO DI ESSERE NEL GIUSTO QUANDO CHIEDIAMO, QUINDI, ALLA MEDESIMA DI IMPEGNARSI NELLA RICERCA DI UNA SOLUZIONE CHE GARANTISCA IL POSTO DI LAVORO AI NOSTRI EX COLLEGHI DI CELESTICA. SAREBBE ANCHE UN MODO, PER IBM, DI COMBATTERE LA SENSAZIONE DI SMOBILITAZIONE GENERALE DELLE OPERAZIONI ITALIANE CHE STA PERICOLOSAMENTE DIFFONDENDOSI FRA I SUOI DIPENDENTI.

Nei prossimi giorni saranno annunciate iniziative a sostegno dei lavoratori di Celestica.

Febbraio 2006 Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia