Da: Ritmi e carichi di lavoro; Pari opportunitą;
Telelavoro; Orario di lavoro; Formazione; Sedi di Milano e Segrate
Lettera aperta al Diversity & Inclusion Leader IMT Italy
Gentile Signora,
abbiamo letto con interesse la varietà di attività e iniziative che il Suo ruolo comporta, e anche se qualcuna può apparire un po' di facciata, altre potrebbero essere di effettiva utilità per molti colleghi. Comunque, condividiamo senza riserve il perseguimento della "valorizzazione delle potenzialità dei singoli individui, diversi tra loro e pertanto capaci di portare, ciascuno, un valore unico ... un impegno che va ben oltre la comprensione e il rispetto delle diversità di razza, cultura, religione, abilità e orientamento sessuale, ma si rivolge alla persona nel pieno rispetto di tutte le sue espressioni".
Speriamo che nella valorizzabile diversità sia compreso anche il nostro pessimo carattere, che ci spinge a ricordarLe:
- gli sforzi ormai decennali da parte delle Rappresentanze Sindacali per introdurre e regolamentare il telelavoro in IBM Italia, contro la sordità, prima dell'intero management, e tutt'ora dei quadri inferiori, i quali fanno capire anche con occhiate, il tono di voce ecc. alle loro persone che "non è aria", oppure che l'uso del telelavoro non è uno strumento di produttività e di "Work & Life Balance", ma un favore personale del capo al collaboratore;
- la contraddittorietà dell'atteggiamento dell'azienda verso il tempo parziale e i periodi sabbatici, alternativamente promossi e avversati, presentati come strumento di crescita personale e usati come anticamera all'espulsione;
- la disinvoltura con cui molti capi considerano a loro disposizione le sere, i sabati, le domeniche, e qualche volte persino le festività e le ferie dei loro collaboratori ... altro che "Work & Life Balance" ... e meno male che siamo riusciti a fare qualche accordo su reperibilità e straordinari, altrimenti, Lei, cara signora, dovrebbe oggi mettere tonnellate di piombo su uno dei due piatti della bilancia per riportarla un po' all'equilibrio ...;
- una diversità che non amiamo proprio, quella fra i dipendenti che possono fruire di tutta la formazione che vogliono e quelli (almeno un terzo, secondo le nostre stime) a cui vengono negati persino i corsi gratuiti più brevi e indispensabili per lavorare bene;
- una diversità che invece amiamo molto, e che cerchiamo di rappresentare, forse malamente: quella che cerca di portare più lavoro qualificato in Italia, più professionalità ai dipendenti, più efficienza e meno burocrazia in azienda, più persone che vanno a visitare i clienti e meno dirigenti che massaggiano i numeri, e tutto questo, e altro ancora, per dare sicurezza e dignità al nostro impegno quotidiano; una diversità che si nutre di diritti conquistati collettivamente e di pensiero libero e critico sulle scelte dell'azienda per cui lavoriamo; ecco, è quest'ultima diversità - quella del brutto carattere, chiamiamola così - che non ci sembra sufficientemente rappresentata fra i valori aziendali.
Con i più sinceri auguri di buon lavoro,
Segrate, 3 aprile 2006
le Rappresentanze Sindacali Unitarie di Milano e Segrate