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Da: Organizzazioni sindacali e RSU; Sedi di Milano e Segrate; Politica aziendale e risultati economici

IL PROGRAMMA DELLA FIOM-CGIL PER LE ELEZIONI DELLE R.S.U. NELLE SEDI IBM DI MILANO E SEGRATE

In questo documento i candidati della lista FIOM CGIL fanno il punto sull’attività svolta finora e si assumono gli impegni per i prossimi tre anni. Su questa base, vi chiedono il voto in occasione del rinnovo delle Rappresentanze Sindacali di Milano e Segrate.

Il lavoro svolto.

Gli ultimi 3 anni (2004, 2005 e 2006), a differenza dei precedenti, sono stati un po’ meno ricchi di accordi sindacali, pur in presenza di un’intensa contrattazione.

Un importante accordo sottoscritto riguarda l’applicazione delle prescrizioni del secondo comma dell’art. 4 - Legge 300/70, che tutela i lavoratori rispetto alle possibilità di controllo sulla loro attività professionale. Questo accordo, che fa già scuola nel nostro Paese, è stato raggiunto dopo una impegnativa vertenza legale avviata dalla FIOM-CGIL di Milano.

Per quanto riguarda la previdenza complementare, che in IBM si concretizza aderendo al Fondo Pensione per i Dipendenti IBM costituito in seguito ad un accordo sindacale del 1987, sono state firmate altre due intese: la prima, il 12 dicembre 2005, con cui si sono diversificate le possibilita’ di contribuzione dei soci e di investimento dei loro capitali, e si sono migliorate le regole per l’elezione dei rappresentanti dei lavoratori, e la seconda, lo scorso 7 febbraio, per introdurre una modalità di versamento del Trattamento di Fine Rapporto che permetta al lavoratore di decidere, anno per anno, se destinarlo al Fondo Pensione.

Il 21 dicembre 2006 abbiamo firmato un accordo temporaneo, valido per la sola sede di Segrate, che garantisce trattamenti certi a tutti i lavoratori chiamati a prestare la loro opera al di fuori del normale orario di lavoro. Quest’accordo ha introdotto una moratoria a scadenza per le prestazioni in giornata di domenica e ha permesso di ottenere da IBM un impegno serio ad analizzare e valutare le ore di lavoro effettivamente prestate dal personale, anche in relazione all’organizzazione del lavoro,  con lo scopo di aprire un negoziato  per regolamentare in maniera precisa questo aspetto della vita professionale in IBM.

Da segnalare infine l’intesa firmata lo scorso 31 gennaio 2007 per correggere alcune imperfezioni dell’accordo preesistente che disciplina le modalità di rimborso per l’uso dell’auto propria per servizio.

Purtroppo, per quanto riguarda l’occupazione, abbiamo subito una secca sconfitta: nel 2005, circa 1200 colleghi hanno lasciato IBM in conseguenza di un programma di incentivi aziendali. Si è trattato di una vicenda dolorosa, rispetto alla quale non siamo riusciti a costruire le condizioni per un’efficace difesa dell’occupazione. IBM, con un atteggiamento molto aggressivo, ha sostanzialmente rifiutato ogni forma di interlocuzione con il sindacato ed è riuscita ad ottenere dimissioni “volontarie” dai lavoratori.

Bisogna precisare che, dei 1200, 300 circa erano dirigenti, e altrettanti hanno ottenuto un incentivo, il cui ammontare era tale da consentire il pagamento dei contributi previdenziali indispensabili per raggiungere il diritto alla pensione pubblica. I rimanenti 600, tuttavia, erano tutti lavoratori giovani e con bassa anzianità di servizio.

Se a ciò aggiungiamo che non siamo riusciuti a concludere la vertenza lanciata nel 2004 per il rinnovo del contratto aziendale, la riflessione sulle conclusioni da trarre e sulla nostra azione sindacale diventano obbligatorie e urgenti.

Lo scenario aziendale

La rappresentanza sindacale della FIOM-CGIL ha sempre cercato di interrogarsi sul futuro di IBM Italia, ovvero sulle sue scelte in termini di sviluppo e di politica industriale, perché ritiene che da ciò dipendano occupazione e realistiche possibilità  di sviluppo professionale per i lavoratori. Questi due aspetti sono strettamente  connessi: un'azienda che non riesce a  crescere e a migliorare nella tecnologia  e nell'organizzazione  almeno quanto  la media dei propri concorrenti, alla fine andrà inevitabilmente in crisi e licenzierà.

Nel nostro sito internet abbiamo varie cartelle tematiche dedicata a questi argomenti ("Politica aziendale e risultati economici", "Professionalità, qualifiche, percorsi di carriera",  "Formazione e addestramento", in http://www.rsuibm.org/temi.htm), ma è utile e interessante provare a ragionare partendo anche da una fonte aziendale: il Global Pulse Survey Report - Southwest Europe - Total Results 4Q 2006 disponibile in Intranet IBM.

Questi risultati statistici, ricavati da 32 domande a risposta chiusa (positiva-negativa, scalata su 5 valori), sono presentati in una tabella e suddivisi per i trimestri del 2006. Le domande riguardano vari aspetti del "polso globale" aziendale (ossia come i dipendenti percepiscono le iniziative del management, i riconoscimenti professionali, le possibilità di carriera, le politiche di IBM ecc.); i dipendenti hanno risposto a tali domande tramite questionari elettronici in rete, garantiti dall'azienda come liberi e anonimi. I risultati pubblicati non riguardano i singoli Paesi, ma il South-West Europe IOT complessivamente, e quelli dell'intera Corporation mondiale per confronto (maggiori dettagli sulla nuova organizzazione IBM in Europa sono disponibili consultando http://www.rsuibm.org/2005704.htm).

Per prima cosa, si nota che tutti gli indicatori riguardanti l'Europa sud-occidentale sono peggiori  o al più uguali a quelli della Corporation. E’ quindi evidente che esiste anche uno specifico problema geografico (sia pure in parziale miglioramento, di trimestre in trimestre, nel corso del 2006), che riguarda Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Turchia e gli altri Paesi minori.

Ma l'aspetto più interessante emerge andando a vedere le risposte più negative: esse si concentrano intorno alla capacità di IBM di organizzarsi e di mettere a disposizione risorse per meglio rispondere alle effettive richieste dei clienti, e di remunerare adeguatamente i dipendenti più meritevoli.

Questi sono gli aspetti in cui IBM Corporation non va molto bene, e nell'Europa del Sud-Ovest anche un po’ peggio; o perlomeno tale è la convinzione di chi ha risposto al questionario. Questa percezione collima abbastanza con quanto andiamo ripetendo fin dal tempo delle crisi degli anni Novanta (http://www.rsuibm.org/pare.htm), di cui abbiamo tentato qualche interpretazione e persino qualche indicazione di  soluzione.

Le cose che ci preoccupano

La nostra critica di fondo riguarda i sempre maggiori problemi che comporta, per l’azienda e per chi ci lavora, l’onnipresente cultura del breve termine, dove convergono sia l’ importanza esasperata data ai risultati finanziari trimestrali, sia il carrierismo, altrettanto esasperato. Per costruire il proprio successo personale si evita di prendere decisioni rischiose, anche a prezzo di generare ulteriori costi, inefficienze, rischi, che, ovviamente, rimangono ben nascosti nelle "aree grigie" aziendali o che sono riscontrabili solo a lunga scadenza.

L'evidenza maggiore di questa discutibile cultura manageriale si ha nell'incapacità di intraprendere investimenti adeguati - intesi in senso ampio – in grado di garantire lo sviluppo negli anni a venire. Da questo punto di vista, anche la grande trasformazione avvenuta nell'ultimo decennio, da un’azienda che vendeva prevalentemente hardware e software a un’altra, quella in cui lavoriamo oggi, che trae la parte maggiore del suo fatturato dai servizi, non si può dire ben riuscita, perché IBM purtroppo non ha nei servizi la stessa immagine di eccellenza che ha in alcuni settori dell'HW e del SW. Questa preminenza è stata conseguita da una generazione di dirigenti lungimiranti, che vollero costruire un vantaggio competitivo non transitorio, vantaggio che, per nostra fortuna, in parte regge tuttora.

Ma cosa lasceranno dietro di sè questi signori, che hanno per massimo orizzonte temporale i propri bonus trimestrali? Dov'è l'equivalente, nei servizi, delle stazioni di lavoro di potenza per il calcolo scientifico, o del sistema operativo dei mainframe?

E in Italia, al solito, le cose sono messe un po' peggio.

Ovviamente non si può fare bene tutto, ma perché non abbiamo almeno un centro di eccellenza, uno solo, sulla moda, o sul design, o sul turismo, o sulla gastronomia, o sull'integrazione dei distretti  industriali, o sulla fabbricazione degli elicotteri piuttosto che delle barche di lusso, tanto per fare gli esempi più ovvii? Chi vede IBM Italia come partner di riferimento per la costruzione di sistemi di livello mondiale in queste o in altre aree? Questo sviluppo mancato rende ancor più preoccupante la constatazione che la maggior parte del fatturato di IBM Italia viene da un numero molto ristretto di clienti: se uno di questi si alza la mattina col piede sbagliato, per noi è Cassa Integrazione dal giorno dopo.

Vogliamo limitarci a fare da intermediatori, da broker di servizi tecnologici?

Allora dobbiamo cambiare strada: la forza di tutti i fornitori di servizi di intermediazione e connessione sta nella coerenza e nell'efficacia del proprio sistema informativo (vi sono molti esempi in ogni campo). E quello di IBM, invece, incredibile a dirsi ...

I punti nodali sono l’assunzione di responsabilità da parte del gruppo dirigente nella ricerca dell’eccellenza aziendale come scelta strategica condivisa, e il riflesso coerente di tale impostazione anche nel sistema gestionale, e nell’architettura degli applicativi che ne garantiscono l’operatività.

Se invece l'azienda è gestita come un sistema feudale, in cui ciascuno è padrone in casa propria, inevitabilmente ci sarà un caotico proliferare di soluzioni locali, data base occasionali, fogli elettronici estemporanei, raccoglitori di materiale vario, report compilati manualmente... tutti più o meno regolati da norme, grida, regole, eccezioni, disposizioni, intimazioni, suppliche, deroghe, deroghe alle deroghe ecc. ecc.

I lavoratori pagano un prezzo pesante per questa inefficienza gestionale: aumentano i costi che gravano sugli affari e si riduce la produttività del personale, comprimendo gli spazi di crescita salariale. Per non parlare delle continue richieste di orari di lavoro di fatto sempre più lunghi (siamo già intorno alle cinquanta ore medie settimanali) perché spesso si deve fare a mano e in urgenza, quello che applicazioni adeguate farebbero molto più rapidamente e con meno errori di pura manualità.

Ma il danno più grave lo subisce lo spazio di crescita professionale dei dipendenti: cosa si impara spostando numeri e codici da una tabella all’altra, sollecitando il lavoro altrui, tenendo a bada i destinatari scontenti? Di tutta questa gran fatica quotidiana, quanto potrebbe essere inserito in un Curriculum Vitae con una qualche speranza di interessare qualcuno, se un collega volesse cercare una sorte migliore altrove?

Coerentemente con questa realtà, la Direzione non preme molto sui capi perché i dipendenti completino il piano corsi annuale: per molte funzioni, la formazione sarebbe più un lusso che una necessità, visto il grado di spezzettamento e di immiserimento delle mansioni, e della disinvoltura con cui si viene spostati da un’attività a un’altra.

Come sindacato, siamo estremamente preoccupati per questo affievolirsi del polso imprenditoriale dell'azienda in cui lavoriamo, così nettamente rilevato dalla stessa Survey aziendale citata. Per svolgere il nostro ruolo, per difendere gli interessi fondamentali dei lavoratori che ci sforziamo di rappresentare, siamo costretti a indicare le cose che non vanno, anche provocatoriamente se necessario, per cercare di ottenere un guizzo di vitalità dall'azienda. Con la collaborazione e l'appoggio di tutti i colleghi, forse è possibile costringere l'azienda a cambiare rotta, non fosse altro per dare un futuro un po' più roseo ai giovani che stanno entrando in questi anni.

Questo è il contesto aziendale in cui svolgiamo la nostra azione sindacale, e da cui siamo inevitabilmente condizionati, anche quando stendiamo il nostro programma sindacale e ci assumiamo quindi degli impegni verso i colleghi.

Quello che ci impegnamo a fare, col vostro voto e il vostro appoggio

Dobbiamo innanzitutto portare a buon fine la nuova vertenza aziendale che è stata deliberata dal Coordinamento Nazionale delle RSU di tutte le sedi di IBM Italia.

Tale vertenza si compone di varie rivendicazioni di carattere retributivo e normativo, ma ve ne è una in particolare che ci piace richiamare, per il suo significato di ricostruzione di un patto di solidarietà fra generazioni: quella che si pone l’obiettivo di rendere eguali per tutti i contributi aziendali nel Fondo Pensione. Questa è la nostra risposta alla riforma pensionistica, che modifica il criterio di calcolo della pensione per le future generazioni (la pensione degli attuali giovani sarà circa il 50% del loro ultimo stipendio): la nostra vertenza aziendale, al contrario, si propone di eliminare ogni elemento di sperequazione fra i lavoratori e lo fa utilizzando l’unico (purtroppo) strumento disponibile in un contratto aziendale: la previdenza complementare.

Si è inoltre aperto un tavolo di confronto tecnico con IBM per analizzare l’orario effettivamente lavorato, l’organizzazione del lavoro, le esigenze di business necessarie per la competitività aziendale e, quindi, la possibilità e la necessità di una flessibilità contrattata dell’orario di lavoro che garantisca trattamenti e diritti certi ai lavoratori.

Al termine dei lavori di questo tavolo tecnico, le parti (il Coordinamento Nazionale per quanto riguarda la rappresentanza sindacale) decideranno se e come intraprendere un percorso negoziale.

E’ una sfida che abbiamo accettato, a fronte di un aspetto critico per l’azienda, sfida della quale non ci nascondiamo qualche pericolo: la FIOM-CGIL non è certo favorevole a una dilatazione dell’orario di lavoro, bensì a una sua riduzione. E’ possibile ottenere un risultato positivo, per i lavoratori e per l’azienda, definendo delle regole per lavorare solo quando serve effettivamente, ed evitare di stare in azienda per un puro atto di presenza?

E’ ciò che andremo a verificare: i candidati della lista FIOM-CGIL considerano un obiettivo ambizioso riportare l’orario medio effettivamente lavorato il più vicino possibile alle 40 ore settimanali (contro le circa 50 ore rilevate da un nostro recente questionario), e ritengono che questo tavolo di confronto tecnico potrà fornire conoscenze ed indicazioni utili per aprire un negoziato capace di individuare soluzioni utili per tutti.

C’è poi un’attività meno visibile, ma anche più gravosa della contrattazione: la GESTIONE DEGLI ACCORDI stipulati in passato con la controparte. L’esperienza ci dimostra che questi vanno a regime, cioè vengono effettivamente applicati, talvolta anni dopo la loro firma, e solo grazie a un’attenzione costante da parte delle Rappresentanze Sindacali. Un esempio fra tutti, l’accordo sul Telelavoro, che solo molto lentamente sta entrando nella cultura aziendale.

Le RSU di Milano e Segrate offrono inoltre ai colleghi alcuni servizi: la biblioteca, l’aggiornamento del sito internet delle RSU IBM, il monitoraggio dell’andamento aziendale e del disagio sul lavoro.

I CANDIDATI:

BERNARDI VALERIA

Assunta nel: 1977

Lavora come: IT Specialist alla Techline, occupandosi dei prodotti Websphere.

Come rappresentante sindacale si occupa di gestione degli accordi sindacali sul controllo dell’attività lavorativa e sul telelavoro e delle problematiche relative all'applicazione della Legge sul trattamento dei dati.

Altri incarichi sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM; fa parte del Consiglio d'Amministrazione della CADGI;

 

FIACCADORI FRANCESCO

Assunto nel: 2003 in seguito all’acquisizione per incorporazione in IBM della IBM Business Consulting Services Srl (ex Price  Waterhouse).

Lavora come consulente nell’ambito della Global Business Services nei servizi CRM/Business Intelligence. Si candida per la prima volta a Rappresentante Sindacale.

 

FRONTINI LAURA

Assunta nel: 1977

Lavora come analista di controllo presso l’International Workstation Support (Centro di supporto Port-It).

Come rappresentante sindacale segue con attenzione le problematiche relative al personale proveniente da altre società totalmente possedute da IBM nell'area milanese sfruttando anche l'esperienza sindacale maturata in una di esse.

Altri incarichi sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM; fa parte del Consiglio d'Amministrazione della CADGI; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

 

PAPARATTO MIMMA

Assunta nel: 1981

Lavora come: amministrativa nel Customer Fulfilment;

Come rappresentante sindacale si occupa di gestione di tutte le tematiche riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e controllo sull'applicazione delle relative norme contrattuali e legislative; segue particolarmente le tematiche legate alla condizione femminile in azienda e le pari opportunità;

Altri incarichi Sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM; Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza; fa parte del Consiglio d'Amministrazione della CADGI; componente del Comitato Direttivo della FIOM-CGIL della Lombardia, del comitato Direttivo della Camera del Lavoro di Milano e della Commissione regionale Lombarda di Garanzia della CGIL.

 

RIBONI ALFIO

Assunto nel: 1976

Lavora come: amministrativo nel Customer Fulfilment;

Come rappresentante sindacale si occupa di gestione degli accordi sindacali su orario, occupazione e retribuzione; segue il contenzioso in genere e fornisce assistenza ai lavoratori su problemi disciplinari e normative contrattuali e di legge, acquisizioni e cessioni di ramo d'azienda; cura l’elaborazione dei dati forniti dall'azienda e l’informazione su carta a Segrate.

Altri incarichi sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM e del suo Esecutivo; fa parte del Consiglio d'Amministrazione del Fondo Pensione per i dipendenti IBM e di quello della CADGI; componente del Comitato Direttivo della FIOM-CGIL di Milano e del Comitato Centrale della FIOM-CGIL Nazionale.

 

TALPONE GIOVANNI

Assunto nel: 1981

Lavora nel Deal Hub

Come rappresentante sindacale si occupa di gestione degli accordi sindacali sul controllo dell’attività lavorativa e sul trattamento dei dati, e delle problematiche collegate all'applicazione della Legge sul trattamento dei dati personali; cura l’analisi dei bilanci IBM e gestisce il sito Internet delle R.S.U..

Altri incarichi sindacali: componente del Coordinamento Nazionale IBM.

ZUCCHELLI WALTER

Assunto nel: 1980

Lavora al: Business Control del Customer Fulfilment come amministrativo, in telelavoro parziale.

Come rappresentante sindacale si occupa di: gestione dell’accordo sindacale sul telelavoro.