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Da: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti; Sedi periferiche

[Lettera aperta ai colleghi IBM]

Milano,  sede Assolombarda, Via Pantano, 22 Maggio 2008

  Caro collega IBM,  

 

 Abbiamo ritenuto opportuno raccogliere in una lettera aperta di pochi punti, quanto crediamo debba essere posto alla tua attenzione  per consentirti   di prendere coscienza di quanto è successo il 22 maggio. E’ nostra opinione infatti che questa data rappresenti un momento molto delicato nel rapporto tra azienda e lavoratori, un rapporto destinato sicuramente a cambiare fortemente e rapidamente sotto la spinta da un lato della trasformazione di IBM in una Globally Integrated Enterprise, fortemente voluta e perseguita dalla Corporation, dall’altro dalla sempre meno ampia delega che il Management IBM Italia gode. Non ultimo, come tutte le Corporation, lo sforzo spasmodico  posto unicamente nell’ottenimento di risultati finanziari e nel brevissimo termine (3 mesi) con una attenzione maniacale per l’unico valore oggi riconosciuto; l’EPS (Earning per Share).   

 

1 Come membri delle Rappresentanze Sindacali IBM, desideravamo che l’incontro del 22 maggio in Assolombarda si svolgesse all’insegna della reciproca fiducia e per questo ci eravamo consultati a lungo, preparando i contenuti da portare sul tavolo ed abbandonando per un attimo l’atteggiamento di contrapposizione con l’azienda: insomma avevamo fatto i nostri bravi compiti e pensavamo di trovare lo stesso impegno dall’altra parte.  Avevamo sperato di incontrare al tavolo delle trattative una controparte aziendale in grado di comprendere, sulla base di quanto era stato anticipato dai lavoratori attraverso le rispettive rappresentanze sindacali, che un confronto era necessario su di un terreno più aperto. E invece ci siamo trovati di fronte ad un vero e proprio  MURO DI GOMMA !.  Su questo si sono infrante rovinosamente  le speranze di portare avanti una discussione che forse oramai veniva mantenuta aperta solo dalla parte sindacale del tavolo nell’estremo tentativo di tutelare gli interessi dei colleghi. E la delusione è ancora più forte in quanto le rappresentanze, raccogliendo le proposte e le opinioni che arrivavano dalle filiali stesse, avevano riportato, nel documento consegnato alla Azienda già prima dell’incontro del 10 Aprile, una profonda e dettagliata analisi della situazione della IBM riguardo al controllo del territorio, segnalando le azioni che potevano essere messe in campo per un migliore apporto al mercato.

 

2 Il 10 aprile e poi, dopo un rinvio richiesto e motivato dall’azienda per comprendere le realtà territoriali, il 22 maggio, abbiamo seguito le tante slide generali presentate dall’ Industrial & Employee Relations Manager ed abbiamo ascoltato le frasi centellinate e pesate parola per parola, ma che di contenuto ben poco avevano. Alla fine, di fronte all’invito “energico” da parte dell’Esecutivo Nazionale e dei responsabili nazionali delle OO.SS di decidere se dare o meno la disponibilità ad un dialogo aperto  e non più solo limitato alla informativa su cose risapute e già passate o che erano appena accadute, ad una analisi congiunta di  Piani e Strategie in corso di studio, senza necessariamente voler forzare una visione od una conclusione comune, ma almeno per confronto, la risposta è stata chiara e lapidaria: La Direzione Aziendale, esperiti gli obblighi informativi, ritiene di aver esaurito le proprie responsabilità.  Detto in termini più semplici e comprensibili a tutti: Vi abbiamo comunicato quello che ci è stato consentito di dirvi. Dunque sulle politiche aziendali la Compagnia continua a non riconoscere la necessità e la opportunità di  confrontarsi preliminarmente con i lavoratori attraverso le loro rappresentanze sindacali. Inoltre non ritiene che questa materia possa essere oggetto di trattativa. Di fronte ad una risposta così insoddisfacente e che lasciava intravedere una rottura a breve, abbiamo più volte osservato che lo scenario che si poteva delineare era delicato, che questa conclusione non sarebbe stata accolta con serenità da parte dei lavoratori la amara deduzione  che la Compagnia non intende nel modo più assoluto fare partecipi i lavoratori delle logiche e dei piani di intervento sul territorio ma solo comunicarne le conclusioni.

3 Abbiamo fatto presente che, di fronte ad una situazione non esattamente serena per il Business, almeno analizzando il quadro attuale delle operazioni di IBM Italia, situazione ammessa e condivisa dalla Azienda, una concertazione con le rappresentanze sindacali avrebbe contribuito a trasmettere un maggior senso di fiducia nei dipendenti.  La risposta è rimasta la stessa.  A convincerci che nessuna collaborazione, nessuna apertura ad una discussione sarebbe venuta dall’interlocutore, sono serviti più i silenzi che non le parole di circostanza che sono state dette. Silenzi eloquenti, a volte imbarazzati che facevano capire perfettamente quello che non si voleva o poteva dire ma che a questo punto era evidente: La Direzione si sta muovendo con la solita convinzione di avere gli elementi e la capacità di fare le scelte giuste, e sta analizzando cosa  fare, in quanto la situazione in determinate divisioni ed in determinati settori non è affatto soddisfacente. Ma non intende discuterne con il Sindacato e soprattutto non comunicherà i piani prima che le azioni abbiano luogo ! Quando, caso mai, gli effetti di determinate operazioni richiederanno l’obbligo di informare il sindacato di esuberi o della necessità di aprire ulteriori procedure di cessione di ramo d’azienda.  Nessuna ammissione sul fatto che, evidentemente, più di un errore manageriale in passato è stato compiuto e che il sindacato è sempre stato messo nella impossibilità di offrire un qualsiasi contributo affinché una serie di disastri non si verificassero, salvo essere chiamato a raccattare i cocci e contare i caduti sul campo.    

4 Francamente, caro collega, di fronte a questa ostinata posizione della Compagnia, e di fronte alla distanza siderale che separava le posizioni  non ci è sembrato dignitoso attendere che il gallo cantasse….  La cosa più corretta, nonché unica opzione percorribile, è stata quella di dichiarare interrotta la Trattativa su questo punto.   Restano, e purtroppo ce ne rendiamo conto in misura sicuramente maggiore   rispetto alla controparte aziendale,  altri punti forse altrettanto importanti, all’interno della lista dei punti di rivendicazione, che non possono essere discussi.

 

In conclusione di questa lettera, caro collega IBM, vogliamo trasmetterti non già un senso di preoccupazione, in quanto non è dato ad oggi conoscere né le forme organizzative che IBM intenderà adottare sul territorio nazionale né le modalità con le quali il Management deciderà di affrontare le importanti sfide che il mercato pone alla Compagnia, ma un senso di responsabilità. E’ però giunto  il momento in cui i lavoratori decidano in modo compatto se e come dare un forte segnale alla Direzione che spinga ad una riapertura della trattativa su un piano di maggior rispetto nei confronti dei lavoratori, trattati più forse come numeri e libri matricola da smistare a seconda delle necessità che non persone con un volto, una storia, un valore personale. Il Sindacato, in questo momento delicato  e con prospettive a breve non chiare farà pervenire a tutti i lavoratori ampia comunicazione attraverso tutti i canali a disposizione, in modo da consentire a tutti di formarsi una precisa opinione dello stato delle cose.

 

Ora, caro collega, ti suggeriamo caldamente di prendere parte alle prossime iniziative delle RSU IBM,  qualunque sia la tua posizione attuale nei confronti del sindacato o dell’azienda,  dal momento che ciascuno di noi, qualunque sia il valore e la considerazione che ritiene di avere in azienda, ha il dovere di contribuire al confronto interno con i colleghi.

Sino a che la Compagnia non cambierà il modo arrogante e unilaterale con il quale  intende rapportarsi con i dipendenti, a nostro modo di vedere, non si potrà ripristinare un clima di collaborazione e di dialogo.   

Il Coordinamento Nazionale RSU IBM