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Da: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti; IBM come azienda-rete; Politica aziendale e risultati economici; Sedi periferiche

GLOBALMENTE PRESENTI

Le questioni già emerse in passato e trattate nell'Assemblea Sindacale del 18 Maggio 2009, pur essendo state recepite dall'Azienda, a tutt'oggi, con la mutata situazione verificatasi a Napoli dopo l'acquisizione di un significativo numero di risorse provenienti da Global Value (GV) e Sap Italia Consulting (SIC), sono rimaste sostanzialmente irrisolte e sono diventate persino contraddittorie; perciò richiedono risposte urgenti.

Il confronto su tali temi tra le attuali componenti della RSU (FIOM e UILM) ci ha portato, unitariamente, alla conclusione che le problematiche di TUTTI i lavoratori presenti nella sede di Napoli richiedono risposte urgenti da parte dell'azienda.

Il quadro della situazione che proveremo di seguito a descrivere ci obbliga a chiedere con forza all'Azienda un impegno concreto per coinvolgere nei suoi molteplici disegni di business la forza lavoro presente a Napoli e di operare affinché essa si possa stabilmente raccordare alle strategie della Corporation.

Purtroppo, al momento, l'unica iniziativa di maggior eco intrapresa dalla Direzione aziendale sulla sede di Napoli è quella dei colloqui individuali che subiscono numerosi lavoratori per essere invitati a lasciare l'Azienda a fronte di un incentivo economico. La storia quindi si ripete. Ovviamente questo tipo di iniziativa, oltre a demotivare fortemente i lavoratori fino a potersi configurare come un mobbing strisciante esercitato nei loro confronti, è un evidente segnale da parte dell'Azienda del disinvestimento e del disimpegno che sta attuando sulla sede di Napoli. A tutto ciò il Sindacato presente in IBM Napoli, si opporrà Unitariamente, con Forza e Determinazione.

Dopo oltre due mesi dall'inserimento a Napoli di GV e SIC non si ha ancora evidenza di iniziative aziendali mirate all'effettiva integrazione delle nuove risorse al fine di potenziare i reparti già presenti nella sede di Napoli.

L'acquisizione di ramo d'azienda decisa dall'IBM ha quasi raddoppiato la presenza a Napoli di personale che opera nell'ambito dello sviluppo e della manutenzione applicativa. Proprio quest'area è quella maggiormente esposta ai rischi di contraccolpi derivanti dall'attuale piano deciso dalla Corporation per l'inserimento su tutti i più importanti progetti applicativi delle cosiddette "Global resources", cioè di personale a basso costo proveniente o operante da altri Paesi. Tale strategia è attuata in Italia in modo dirompente causando l'abbandono di know-how che non viene adeguatamente e tempestivamente recuperato in altri ambiti e addirittura l'immediata e diretta sostituzione di personale allocato sui progetti, effetto che diversi lavoratori di Napoli hanno subìto e lo stanno tutt'ora subendo.

D'altra parte i progetti di minore entità, in genere quelli per le Piccole e Medie Imprese e gli Enti Territoriali, a causa di una ben precisa scelta aziendale, sono ad appannaggio quasi esclusivo dei Business Partners (BP) che lavorano per IBM e ciò finisce col penalizzare in modo strutturale il personale che opera nelle sedi periferiche, ivi compresa quella di Napoli.

È quindi indispensabile conoscere chiaramente quali azioni siano state programmate dall'Azienda per l'integrazione delle risorse acquisite e in particolare quali migliori prospettive lavorative potranno essere attuate a partire dalle possibili sinergie con le professionalità già presenti nella sede di Napoli. Ciò non solo nell'ottica dell'arricchimento delle professionalità stesse, obiettivo che l'Azienda professa sempre di voler realizzare, ma anche di un loro inserimento nel contesto della "network collaboration", su cui, notariamente, la Corporation punta per diventare la principale Azienda al mondo globalmente integrata. Una perdurante assenza di chiare informazioni su iniziative dell'Azienda che vanno in questa senso, potrebbe far sorgere il legittimo sospetto che le acquisizioni effettuate siano il preludio a cessioni di ramo d'azienda più ampie.

In relazione alla strategia per il rafforzamento della presenza sul mercato Italiano merita un attento esame il piano aziendale per l'ampliamento della rete dei Business Partners e l'estensione del loro ruolo, che, di fatto, sta ridisegnando una parte dell'organizzazione IBM senza che il Sindacato ed i lavoratori siano stati adeguatamente informati.

Molti lavoratori di Napoli vivono, quindi, in un clima generalizzato di incertezza e sfiducia, percependo un così basso livello di coinvolgimento in questa riorganizzazione, da ritenere che si tratti di un'ennesima opportunità ad essi totalmente sottratta per il rilancio del loro ruolo e per l'individuazione di nuovi spazi operativi collegati al vasto scenario delle PMI e dei BP presenti sul territorio.

Un altro motivo di riflessione è il recente spezzettamento del territorio coperto dai servizi sw ITS di Napoli, reparto dedicato alle attività di installazione e manutenzione di software di base e middleware. Tale spezzettamento ha portato molti addetti di questo reparto a lavorare in modo continuativo sulla zona di Roma, mentre lavoratori di aziende controllate IBM vengono a Napoli per attività che potrebbero essere svolte da quegli stessi addetti. Viene spontaneo domandarsi a quale logica di contenimento dei costi risponda questa nuova modalità operativa.

Non possiamo infine evitare di richiamare alla memoria la controversa vicenda del piano denominato "Remissioning/Reskilling", in quanto ancora oggi si continuano a raccogliere elementi che dimostrano la fondatezza delle perplessità e preoccupazioni che si innescarono tra i lavoratori a casua delle anomale modalità di attuazione di quel piano nel corso del 2008. Tali modalità di attuazione, di fatto, finirono col tradire le finalità del piano di "Reskilling/Remissioning", o almeno quelle ufficialmente proclamate dall'Azienda, ovvero il riposizionamento degli skill tecnici di moltissimi dipendenti verso quelle aree considerate strategiche o di maggior sbocco sul mercato, e quindi più idonee a salvaguardare l'occupazione rispetto alla programmata ondata di inserimento delle "Global resources".

A tale proposito vale la pena segnalare l'esempio dato dalla situazione in cui versano alcuni lavoratori di Napoli con skill sulle Applicazioni Contabili e Gestionali (ACG), "asset" che, attraverso un progetto pilota che la Corporation ha voluto realizzare proprio in Italia, è stato posto al centro dell'innovativa offerta di soluzioni pubblicizzata con il nome di "Smart Business" ed è ritenuto trainante nella nuova strategia di rilancio del ruolo dei BP. I suddetti lavoratori già operavano sulle ACG quando furono inseriti nel piano di "Remissioning/Reskilling" ed hanno proseguito quell'attività fino a quando non è terminato il suddetto piano, circostanza che ha determinato l'immediata conclusione della loro attività sulle ACG senza che poi ricevessero, anche durante i mesi successivi, alcuna nuova attività di spessore pari o maggiore, mentre, come sopra esposto, intorno alle ACG hanno continuato a ruotare significativi investimenti da parte dell'IBM anche con il coinvolgimento delle Global resources. Stessa strategia ha visto coinvolte le risorse ex GV per le quali le attività di "Remissioning/Reskilling" si sono ridotte mestamente ad "aree di parcheggio" ed in qualche caso di "incentivazione" all'uscita dall'Azienda.

È recente la notizia del disastroso epilogo della vicenda della Selfin di Caserta, Azienda che faceva parte del gruppo IBM e che, con gli "asset" di cui disponeva, aveva una precisa missione rivolta soprattutto agli Enti Pubblici. Cinque anni fa la Selfin subì una dissennata operazione di cessione di ramo d'azienda da parte della Sistemi Informativi, ed iniziò così un lungo calvario che ha avuto non poche ripercussioni negative sull'IBM stessa, culminando appunto con la chiusura dell'Azienda e la relativa messa in liquidazione decisa dalla Comdata, Azienda che dal 2007 controllava la Selfin.

La RSU di Napoli manifesta tutta la sua solidarietà con i lavoratori di Selfin e dichiara il proprio sostegno alle iniziative per impedire che il definitivo scempio della chiusura della Selfin possa compiersi in un generale clima di indifferenza. Nel contempo, la suddetta RSU lancia un monito all'IBM affinché, riflettendo sulla vicenda Selfin, si adoperi per far coincidere la presenza di forza lavoro sul territorio con una sostenibile strategia costruita intorno ad essa e ben collegata al territorio stesso. In ultima analisi una strategia di questo tipo è l'unica in grado di garantire l'arricchimento professionale e la competitività di tale forza lavoro e di allontanare le negative condizioni che potrebbero indurre l'Azienda alla "facile" soluzione dello scorporo di ramo d'Azienda, inaccettabile per i lavoratori e rischiosissima per l'immagine dell'IBM a causa di un possibile effetto boomerang anche sul lungo periodo.

Alla luce di tutto quanto esposto, la RSU di Napoli, confermando unitariamente la linea già espressa in passato, ribadisce nuovamente all'Azienda il diritto dei lavoratori della sede di Napoli affinché, tramite un incontro dell'Azienda con le OO.SS. e la RSU presso l'Unione Industriali di Napoli, vengano informati sulla missione di business che l'IBM esercita nell'ampio territorio sotteso alla sede di Napoli, ed in generale sulle strategie di business e di innovazione della Corporation da realizzarsi con le risorse presenti in questa sede.

Napoli, 4 dicembre 2009

RSU FIOM-UILM IBM Napoli