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Da: Diritti sindacali e dei lavoratori; Governo e Parlamento italiani; Sede di Torino

VERGOGNA!!!

FERMIAMO CHI VUOLE RIPORTARE

I LAVORATORI E I LORO DIRITTI INDIETRO DI 50 ANNI !!!!!

In "singolare" contemporaneità il governo mette il bavaglio alla stampa per difendere la casta governativa da indagini "indiscrete", e la dirigenza Fiat, con questo ricattatorio accordo su Pomigliano, mette il bavaglio a qualunque dissenso dei lavoratori nei suoi stabilimenti !

Complici organizzazioni sindacali, che hanno scelto di abdicare a un qualunque ruolo negoziale , viene imposto ai lavoratori di Pomigliano e alle loro RSU, la sottomissione totale a quello che un tempo si chiamava, non a torto, la voce del padrone.

Sotto il ricatto pesantissimo della chiusura del posto di lavoro viene d'ora in avanti negato al "singolo lavoratore" qualunque manifestazione di dissenso, pena provvedimenti disciplinari fino al licenziamento. Per capirsi con chiarezza sulla sostanza, non stiamo parlando dei nuovi regimi di turnazione, di per sè già peggiorativi delle condizioni di lavoro, ma di tutto quello che in termini di selvaggia flessibilità, di sfruttamento e di ignobili ricatti sta dentro a questo "imposto" accordo che riporta al clima di fabbrica degli anni 50.

Nulla c'entrano le vergognose, vessatorie e illiberali regole volute dalla proprietà, dai massimi responsabili manageriali e dai loro rappresentanti in sede negoziale, con il condivisibile obiettivo di fare di Pomigliano un sito ad alto livello di efficienza e di produttività.

Per questo, come FIOM-CGIL, fino all'ultimo abbiamo insistito per affrontare nel merito le nuove organizzazioni del lavoro e i nuovi schemi produttivi, ben consapevoli che comunque si sarebbe trattato di un pesante aggravio nella prestazione lavorativa ma, pur di salvare posti di lavoro saremmo stati disposti ad un serio, ancorché sofferto, accordo su questi temi, salvo l'approvazione finale degli addetti dello stabilimento.

Ma da subito dicemmo e confermiamo che mai e poi mai condivideremo scelte che cancellano il diritto costituzionale al dissenso attraverso lo sciopero, e che mettono a forte rischio salute e integrità psico-fisica del singolo lavoratore

Con questo atto la Fiat, per l'ennesima volta si caratterizza, attraverso le scelte della sua dirigenza, come apripista al peggioramento della libertà e della dignità dei lavoratori attuando una svolta retrograda e autoritaria nei rapporti tra impresa e dipendenti.

Non possiamo infine non notare che al contempo con studiata, o casuale che sia, perfetta sincronia, il governo, nei prossimi giorni/settimane, attraverso la solerte azione del ministro Sacconi e alla faccia di qualche suo alleato che si propugna come "vero" difensore dei lavoratori, si appresta a mettere in discussione l'impianto base dello Statuto dei diritti dei lavoratori, per sostituirlo, con lo "statuto dei lavori", che in termini linguistici poco significherebbe, salvo il sapere che, da tempo e a gran voce, la Confindustria della brillante sig.ra Marcegaglia, lo reclama per ripristinare, anche qui, in Italia, quel " buon costume" che contraddistingueva gli autoritari e pre-costituzionali rapporti tra impresa e lavoratori.

Rapporti contrassegnati dal sancire che gli interessi dell'impresa, leggasi profitti degli azionisti, vengono sempre prima, e a prescindere, da qualunque diritto di chi nell'impresa lavora, e non raramente pure ci muore.

Se non vogliamo che questo progetto vinca ( nessuno si illuda che non ci siano ricadute oltre l'ambito Fiat ! ) e ci costringa a tornare indietro al tempo in cui ci si presentava "davanti al padrone con il cappello in mano", l'unico modo è svegliarsi e riprendere a lottare, visto che sono le lotte delle generazioni precedenti che fino ad oggi ci hanno garantito quelli che riteniamo "i nostri doverosi diritti" !

Chi non lo farà, non importa il motivo, abbia poi almeno la cortesia di mai piu' lamentarsi delle conseguenze che ne deriveranno: l'avrà scelto!

RSU FIOM CGIL di IBM Torino

Torino 14 giugno 2010