Home    Lista RSU    Guida Sindacale    Accordi Importanti    Indici Tematici    Storico    Contattaci    Iscriviti    Sindacati    Ricerca

Da: Diritti sindacali e dei lavoratoriSedi di Milano e Segrate.

Sì ai Diritti, No ai Ricatti

LAVORO E DIGNITA'


Cosa succede in questo Paese? Sono messi in discussione diritti e democrazia. Governo e Confindustria vogliono costituire una zona franca nei luoghi di lavoro, dove valgano esclusivamente le leggi del mercato e l’arbitrio dei datori di lavoro: sfruttando il “cavallo di Troia” della crisi economica si vuole tornare agli anni ’50 cancellando il Contratto Nazionale di Lavoro e la contrattazione aziendale.

Tanti avevano spiegato che la FIAT di Pomigliano era una “situazione particolare, specifica, circoscritta”. Oggi nessuno può più raccontare quella storia: Pomigliano non è un’eccezione, ma il modello. L’accordo firmato da Governo, Confindustria, CISL e UIL sulle regole da applicare nella contrattazione collettiva ha prodotto l’accordo separato fra Federmeccanica, FIM e UILM. A questo punto, FIAT ha imposto un’accelerazione costringendo Federmeccanica a recedere dal Contratto Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici firmato nel 2008 da tutte e tre le Organizzazioni Sindacali di categoria.
Questa storia si potrebbe, più semplicemente, raccontare così: dopo l’accordo sul modello contrattuale di aprile 2009 (non firmato dalla CGIL), FIM-CISL e UILM-UIL, minoranza fra i lavoratori, hanno disdettato il Contratto Nazionale di Lavoro dei Metalmeccanici e, senza consultare i lavoratori, ne hanno ridefinito un altro introducendo il principio della deroga.

La deroga – appunto - è lo strumento scelto per smontare il Contratto Nazionale. Infatti, se si può derogare dal CCNLM, cioè si può non applicarlo, significa che il contratto stesso non esiste più. Una legge che si può non rispettare non è una legge. Un contratto che si può derogare in ogni setore, in ogni territorio, in ogni singola azienda, non è un contratto!
Un’azienda - oggi FIAT e domani magari IBM - potrebbe proporre ai Sindacati un accordo per derogare dal CCNLM in cambio del mantenimento dell’occupazione. Di conseguenza anche altre aziende, se non altro per ragioni di competitività, chiederanno qualcosa di simile generando una spirale negativa e... oplà il Contratto non c’è più.

Nel recente caso della FIAT di Pomigliano, si è addirittura arrivati a mettere in discussione diritti individuali e indisponibili di ogni lavoratore previsti dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori, come il diritto di sciopero e quelli riguardanti la salute. Questi diritti non sono materia a disposizione della contrattazione, sia nei singoli stabilimenti che a livello nazionale. La FIOM-CGIL si rivolgerà alla Magistratura ogni volta che tali diritti saranno violati.

E c’è una questione democratica: con gli accordi separati una minoranza (anche in termini di iscritti la somma di FIM e UILM è inferiore alla FIOM) è riuscita a imporre le proprie regole a tutti, grazie alla connivenza della controparte (Federmeccanica) che ne ha esteso unilateralmente l’applicazione a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori… e il referendum non l’ha visto nessuno!
I contratti non sono di proprietà di questo o quel sindacato. Solo la DEMOCRAZIA può restituire ai lavoratori il diritto di decidere sui contratti che li riguardano. La FIOM ha sempre chiesto il referendum per l’approvazione degli accordi sindacali, a maggior ragione quando non firmati da tutte e tre le Organizzazioni Sindacali di categoria. Di fronte all’indisponibilità di FIM e UILM, la FIOM ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per definire alcune regole fondamentali: la rappresentatività dei sindacati sia basata sul numero di iscritti certificato da un ente terzo e dall’esito delle votazioni delle RSU; gli accordi sindacali siano validi solo dopo l’approvazione da parte di tutti i lavoratori interessati attraverso il referendum.

Lo scambio tra lavoro e diritti non è accettabile: LA NOSTRA DIGNITA’ NON E’ IN VENDITA!

Ottobre 2010

RSU IBM Milano e Segrate
iscritti alla FIOM-CGIL