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Da: Spostamenti, trasferte, viaggi, Sedi regionali Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti, acquisizioni

IBM penalizza chi viaggia e incentiva chi lascia IBM

L’Assemblea sindacale tenutasi a Napoli il 20 aprile 2012 ha affrontato i seguenti punti:

  1. modifiche unilateralmente apportate dall'Azienda alle normative Viaggi di lavoro e Programma auto in locazione per servizio
  2. colloqui personali per proposte di incentivazione all'esodo indirizzate ai Lavoratori della sede di Napoli

Per discutere il primo punto è stato predisposto un collegamento telefonico tra le Assemblee sindacali di più sedi IBM, funzionale a migliorare la circolazione di notizie e di idee per affrontare urgentemente gli effetti delle modifiche unilateralmente introdotte dall’Azienda alle normative Viaggi di lavoro e Programma auto in locazione per servizio, che di fatto hanno già creato difficoltà a molti Lavoratori. Le informazioni riportate dai Rappresentanti sindacali che hanno partecipato alle riunioni (conferenze telefoniche) di chiarimento con l’Azienda avvenute il 13 e il 16 aprile us confermano la negativa percezione che i Lavoratori hanno delle nuove regole imposte dall’Azienda e che ha indotto molti di essi a rivolgersi al Sindacato per essere tutelati. Nel corso della discussione è stato anche evidenziato il profilo di possibile illegittimità delle nuove regole introdotte dall’Azienda in quanto modificano consolidati usi aziendali e arrecano un danno al Lavoratore che può essere anche di natura economica.
Lo scenario delineatosi è il seguente:

  1. per quanto riguarda le trasferte cosiddette “lunghe” (“Long trip”: trasferta per luogo di lavoro distante più di 150 km con permanenza di 5 gg a settimana per un periodo che va da 4 settimane fino a 6 mesi), l’abbandono del consolidato uso aziendale di rimborsare ogni settimana il viaggio di rientro alla propria abitazione, rimborsandone ora solo uno ogni tre settimane, fa a cazzotti con il declamato impegno dell’IBM alle problematiche del “working life balancing” e penalizza fortemente i Lavoratori che dovranno pagarsi la maggior parte dei viaggi di rientro se non vogliono avvalersi della facoltà di rimanere lontani dalle proprie famiglie.
  2. la nuova regola di assorbire il cosiddetto “normale pendolarismo” dai chilometri che i Lavoratori percorrono in missione, risulta talmente assurda che i Lavoratori e il Sindacato ancora stentano a credere che l’IBM pensi realmente di applicarla. La regola prevede infatti che il calcolo del rimborso chilometrico spettante a un Lavoratore che si rechi in missione in auto (aziendale o propria) sia effettuato sottraendo ai chilometri effettivamente percorsi per la missione (totalizzati, se la missione dura più giorni, a partire dal giorno di partenza fino a quello di rientro), quelli che il lavoratore avrebbe normalmente effettuato in ciascun giorno della durata della missione per recarsi dalla propria abitazione all’ufficio, ovvero il “normale pendolarismo” che grava su di lui. Questo modo di calcolare il rimborso chilometrico si applicherebbe addirittura anche se il lavoratore “normalmente pendola” con un abbonamento ferroviario !
  3. Le pressanti richieste che i Managers fanno ai Lavoratori affinché richiedano un’auto aziendale in locazione se nell’anno pregresso hanno messo a disposizione dell’Azienda la propria auto per più di 18.000 km, appaiono del tutto illegittime ed è censurabile il fatto che l’Azienda sin da ora stia totalmente impedendo l’uso della propria auto ai Lavoratori che si trovano nella suddetta condizione. La limitazione introdotta può sfociare, a seconda dei casi, nell’esclusione del Lavoratore da quelle attività che richiedono l’uso dell’auto (alcuni Managers hanno già prospettato questa conseguenza al lavoratore titubante a pagare il canone di un’auto “aziendale” da utilizzare al posto della propria, magari acquistata nuova da pochi mesi), oppure in un aggravio di ore viaggio non retribuite o di pernottamenti fuori casa se il Lavoratore, nel tentativo di non inficiare il raggiungimento di determinati obiettivi ai quali è legata la sua retribuzione variabile, è costretto ad utilizzare mezzi di trasporto meno efficienti dell’auto. Va inoltre sottolineato che il particolare approccio dell’Azienda sulla questione dell’uso auto per viaggi di lavoro non ha nulla a che fare con la sicurezza dei Lavoratori, che dovrebbe essere l’obiettivo primario, anzi, l’ottimizzazione derivante dal minor costo chilometrico delle auto aziendali al cui pagamento contribuisce ampiamente il Lavoratore, crea tendenzialmente le condizioni affinché quest’ultimo possa effettuare con l’auto aziendale quanti chilometri vuole (che vuole lui o l’Azienda ?) senza gravare eccessivamente sui costi dei progetti e assorbendo su di sè tutti i costi nascosti: rischi di incidenti, problemi posturali, stress da guida.

Le suddette questioni passano tutte attraverso la procedura aziendale secondo la quale un Lavoratore per effettuare un viaggio deve inviare al proprio manager una formale “richiesta di autorizzazione” compilando un modulo (“Travel request”) contenente i dettagli del viaggio e la stima del costo.
È evidente che ciascun viaggio viene “approvato” solo se è congruente con le attuali regole di rimborso fissate dall’Azienda, e se un Lavoratore chiedesse di applicare le regole di rimborso precedentemente in atto, l’Azienda semplicemente non “approverebbe” la sua richiesta di viaggio, con la conseguente possibile esclusione di quel Lavoratore dal progetto.
A proposito della suddetta procedura aziendale, la componente sindacale della Commissione per le Trasferte per motivi di Lavoro il 16 aprile us ha chiesto all’Azienda se un Lavoratore può rifiutare di aderirvi chiedendo al suo manager, o ad altra funzione aziendale preposta, di comunicargli direttamente le modalità con cui deve effettuare il viaggio di lavoro. La Commissione è tutt’ora in attesa di risposta. Se tuttavia dovesse emergere, anche in base ad approfondimenti di carattere legale, che il Lavoratore non è tenuto ad attenersi alla suddetta procedura, la prima forma di protesta che potrebbero attuare i Lavoratori in disaccordo con la nuova normativa, sarebbe quella di rifiutare tale procedura e per ogni attività in missione chiedere al proprio manager l’ordine di servizio completo dei dettagli del viaggio.

Per approfondire le suddette questioni e verificare la possibilità di convergenze con le soluzioni ipotizzate nelle varie Assemblee sindacali, l’Esecutivo ha chiesto all’Azienda un incontro urgente che coinvolgerà anche le Commissioni Uso Auto Propria e Trasferte, ed ha comunicato all’Azienda che si riteneva opportuno sospendere l'applicazione della nuova Travel Policy fintantoché non sarà possibile verificare la possibilità di una soluzione negoziale. L’incontro, in forma di conferenza telefonica, si terrà oggi, 27 aprile.

Sul secondo punto trattato nell’Assemblea sindacale, ovvero i colloqui personali per proporre a molti Lavoratori della sede di Napoli un incentivo all’esodo, la discussione è stata molto partecipata ed ha consentito di fotografare un fenomeno che a Napoli ha assunto le seguenti connotazioni:

  1. alcuni colloqui, riguardanti i colleghi del servizio tecnico (ITS), hanno sondato l’interesse a lasciare l’IBM a fronte di un incentivo economico calibrato sulla loro maggiore o minore prossimità alla pensione. Questo tipo di sondaggio potrebbe rientrare in una tipologia di iniziative periodicamente intraprese dall’IBM come “tuning” della forza lavoro
  2. il 19 e 20 aprile us la maggior parte dei Lavoratori di Napoli dei servizi di business (GBS), che a Napoli conta oltre trenta unità, sono stati invitati, tramite una formale “invitation” dal laconico oggetto “colloquio personale”, a sostenere un colloquio durante il quale hanno ricevuto una proposta per lascaire l’IBM a fronte di un ben preciso incentivo economico. Il dirigente che ha fatto questi inviti, durante il colloquio ha motivato l’iniziativa affermando che l’IBM Italia è in “crisi”
  3. allo stato dei fatti non c’è stato alcun incontro tra Azienda e Sindacato in cui sia stato dichiarato uno stato di “crisi” dell’IBM Italia e pertanto l’affermazione del dirigente di cui al punto precedente risulta scorretta dal punto di vista delle relazioni sindacali, anche perché ha prodotto sui Lavoratori una viva preoccupazione
  4. in molti dei suddetti colloqui il dirigente ha precisato che se eventualmente l’iniziativa in corso non avesse consentito di raggiungere un determinato numero di dimissioni, l’IBM avrebbe intrapreso ulteriori azioni, senza specificare di che tipo. Ovviamente ciò ha accentuato la preoccupazione di chi ha sostenuto il colloquio
  5. tutti i Lavoratori del settore GBS di Napoli che hanno appreso della loro possibilità di aiutare l’IBM ad uscire dalla “crisi” accettando l’incentivo che era stato calcolato per loro, risultano attualmente impegnati su contratti fatturati, e l’importanza del fatturato che sviluppano con il loro lavoro è confermata dal fatto che nello scorso mese di marzo hanno ricevuto dai loro managers perentorie richieste di rinunciare alle ferie pianificate al fine di massimizzare la fatturazione della loro attività sulle varie commesse
  6. il 20 aprile c’è stato il “Quarterly Communication Meeting“, nel quale il Direttore generale dell’IBM Italia Nicola Ciniero, ha illustrato i brillanti risultati conseguiti nel primo trimestre 2012 dal settore GBS sia in termini di fatturato che di volume dei nuovi contratti, circostanza confermata anche dalle dichiarazioni contenute nella mail che Ciniero ha inviato a tutti i dipendenti il 23 aprile. Anche queste informazioni ufficiali dell’Azienda rendono del tutto contraddittoria l’iniziativa di cui sono stati oggetto i Lavoratori GBS che hanno avuto il suddetto colloquio
  7. i Lavoratori della sede di Napoli convenuti in Assemblea sindacale hanno espresso tutta la loro delusione per i colloqui che sono avvenuti e per quelli che avverranno (si ha notizia di altri colloqui programmati a Napoli), conoscendo o anche solo immaginando l’amarezza che si prova nell’apprendere, dopo tanto impegno nel lavoro, di essere visti dall’IBM come una “zavorra” di cui deve liberarsi per uscire da una presunta “crisi”. La delusione e l’amarezza dei Lavoratori di Napoli è tanto più forte quando ripensano al ben diverso spirito con cui oltre un anno fa, esattamente il 21/3/2011, parteciparono a un’Assemblea sindacale che aveva all’ordine del giorno un argomento del tutto diverso: la raccolta di proposte per un Piano formativo da condividere con l’Azienda e finanziabile da Fondimpresa. In quell’occasione i Lavoratori si impegnarono per individuare le aree di formazione professionale che meglio si attagliano al loro “background”, allo spirito di team che li contraddistingue e alla volontà di esprimere sul mercato innovazione e contenuti di valore, fiduciosi di esercitare il loro diritto a definire un’ipotesi di Piano formativo da condividere con l’Azienda. Purtroppo le proposte formative che uscirono da quell’Assemblea e che la RSU di Napoli formalizzò tempestivamente alla Commissione Paritetica per la Formazione, dopo un primo approfondimento telefonico con la Commissione che le valutò positivamente e prospettò ulteriori azioni, non hanno più avuto alcun riscotro nonstante i ripetuti solleciti della RSU. Nel frattempo sono stati varati ben altri tre Piani formativi finanziati da Fondimpresa per un totale di circa €900,000
  8. tutto lascia presumere che i colloqui “personali” in corso siano una diretta conseguenza del piano di riduzione del personale annunciato ufficialmente dalla IBM Corporation al C.A.E. il 10/11/2011 che avrebbe riguardato nel 2012 i paesi dell’Europa occidentale. Tra le scarne informazioni che l’Azienda fornì in merito durante la riunione dell’Osservatorio Paritetico ( domanda n.2 del documento www.rsuibm.org/20111205.htm ) non si escluse che la Corporation avrebbe potuto definire un quota di riduzione del personale da applicare all’Italia in una seconda ondata (“second wave”). È quindi probabile che, risolti i problemi di liquidità della Corporation per gli incentivi, senza dare alcuna informazione al Sindacato né tantomeno avviare un confronto, l’Azienda abbia aperto le danze della “second wave” con il suddetto piano massivo di colloqui “personali”.

Vista la dinamica dei colloqui “personali” sopra descritta, la RSU di Napoli ritiene che valga la pena ricordare:

  1. ai Lavoratori invitati da un collega che non conoscono ad un colloquio “personale” il cui argomento non viene dichiarato, che possono declinare o ignorare l’invito
  2. ai Dirigenti e ai Managers invitati dall’Azienda a proporre i suddetti colloqui “personali” che:
    • la responsabilità rispetto alla eticità dei propri comportamenti è una scelta personale
    • agire con modalità prefiguranti una azione di mobbing è una responsabilità personale

Per i motivi sopra esposti, sulla questione dei colloqui “personali” i Lavoratori della sede di Napoli convenuti in Assemblea hanno dato mandato alle RSU di chiedere all’Azienda un urgente incontro di chiarimento.

Napoli 27 aprile 2012
RSU IBM Napoli