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Dopo le "call aziendali", domande e risposte
IBM non ha nessuna certezza riguardo all'anzianità contributiva dei lavoratori, perché esclusivamente i diretti interessati
possono ottenere dall'INPS il loro estratto conto contributivo. Infatti, IBM ha individuato 101 colleghi sulla base di un'analisi delle schede personali
ancora giacenti presso gli uffici del personale, con tutte le incognite che ciò comporta per quanto riguarda il versamento
effettivo dei contributi previdenziali e fermo restando, per quanto a noi risulta, che dette schede non sono più compilate da molto tempo.
Inoltre, nel determinare tale numero ha supposto che:
E' del tutto evidente, pertanto, che tale numero sia molto probabilmente sovrastimato. Quindi, non si tratta di discutere dei requisiti dei 101,
bensì di verificarne l'effettiva eleggibilità nell'ambito di un accordo complessivo che preveda soluzioni sia per chi arriverebbe alla pensione
con la mobilità, sia per chi invece non ci arriverebbe.
IBM ha ripetutamente dichiarato che intende realizzare, in ogni caso, tutti e 149 i licenziamenti e questa è una delle rigidità aziendali che ha finora impedito di ipotizzare una soluzione negoziale.
Era stata comunicata solo la parte che concerne i lavoratori per i quali la mobilità NON sarebbe sufficiente a raggiungere i requisiti per il diritto alla pensione INPS. L'incentivazione illustrata nella call parte dal presupposto di un mancato accordo con il Sindacato e, quindi, dell'applicazione dei criteri previsti dalla Legge, ovvero: a parità di sede, reparto e profilo professionale, devono prioritariamente essere oggetto di licenziamento i dipendenti con minore anzianità aziendale e minori carichi di famiglia. Se l'avessimo conosciuta, non sarebbe cambiato nulla, perché eravamo concentrati sulla ricerca di soluzioni incentivanti per i pensionandi attraverso la mobilità o per altri vicini alla pensione. Serve aggiungere che la proposta presentata da IBM il 25-6 riguardo all'incentivo per chi raggiungesse la pensione attraverso la mobilità, consisteva in circa 1200 lordi per ogni mese di permanenza in mobilità, più 60000 lordi per le colleghe che optassero per l'opzione donna. Il Sindacato ha giudicato inadeguata la proposta d'incentivo, ma l'ostacolo vero alla prosecuzione della trattativa è stato rappresentato dall'indisponibilità di IBM a discutere di soluzioni diverse dal licenziamento per quei lavoratori che non arriverebbero alla pensione con la mobilità, o non ci arriverebbero neppure temporalmente vicino.
Il 31-7 si esauriscono i 75 giorni che la legge assegna alle parti per trovare una soluzione in sede sindacale prima (45 gg) e istituzionale poi (30 gg). Ovviamente nulla vieta alle parti di incontrarsi nuovamente, ma l'unica cosa certa dopo il 31-7 è che IBM ha 120 giorni di tempo per inviare le lettere di licenziamento.
Perché le proposte sindacali hanno l'obiettivo esattamente contrario: accompagnare i più anziani alla pensione e mantenere il posto di lavoro per i giovani. Dal 1993 al 2003 abbiamo subito una procedura di mobilità ogni 2 anni e abbiamo sempre realizzato accordi di salvaguardia per i giovani (con clausole di garanzia per la trasformazione dei Contratti di Formazione Lavoro in Contratti a Tempo Indeterminato) e di accompagnamento alla pensione per i più anziani. Quindi, dare forza al Sindacato per realizzare un accordo, significherebbe battersi per una soluzione garantista anche per i giovani. Più in generale, i giovani devono rendersi conto che, se il Sindacato viene indebolito, possono trovarsi a lavorare in un'azienda che può decidere il loro destino, anche attivando tutti i trucchi possibili per aggirare la Legge, senza opposizione alcuna. E' in queste condizioni che i giovani desiderano lavorare?
Segrate, 1 luglio 2013.