Home    Lista RSU    Guida Sindacale    Accordi Importanti    Indici Tematici    Storico    Contattaci    Iscriviti    Sindacati    Ricerca

Da: Forum delle RSU IBM; Politica aziendale e risultati economici, processi lavorativi, qualità, Osservatorio Paritetico in sede aziendale; Ricerca scientifica e sviluppo tecnologico

La svolta del cloud

La critica situazione occupazionale nell‘ Information Technology va anche letta in corrispondenza con le nuove strategie che i grandi colossi dell’informatica stanno mettendo in campo, siamo nel pieno di una drastica svolta guidata, schematicamente da due fattori:

La grande “rivoluzione” IT avviata negli anni novanta, basata sulla massiva distribuzione di Software ed Hardware ed informatizzazione dei processi interconnessi in internet ( Mainframe => distribuito), ha completato la sua fase. In essa abbiamo visto le aziende IT sviluppare gli affari nei seguenti settori:


I settori sopra riportati continuano a costituire il business delle aziende ma sono coinvolti nella svolta. Le infrastrutture IT delle aziende si stanno ridimensionando, una tendenza sicuramente in atto da anni, basti pensare all’outsourcing dei servizi IT. Questo ridimensionamento è la “svolta”, e per capirlo basti pensare ad esempio che il “bare” HW sta scomparendo dalle aziende e, a salire, anche quello che su di esso opera; stiamo parlando di migrazione a soluzioni cloud.

Restiamo all’esempio della macchina HW (server); la spinta alla innovazione ed ottimizzazione ( 80% del budget IT è speso in ottimizzazioni) fa si che anch’esso possa essere visto come un servizio con la possibilità di richiedere macchine virtuali in numero e di capacità variabili, pagando all’occorenza ed in base all’effettivo utilizzo. Ne conseguono riduzione dei costi, maggiore dinamicità e capacità di realizzare dei requisiti di business. Tale servizio è da da anni disponibile (vedi l’offerta Amazon ad esempio) ma, andando oltre si può pensare ad una offerta più complessa.

La tecnologia attuale permette di proporre un ampio catalogo di servizi disponibili nel cloud a diverso livello. L’acronimo aaS (as a Service) specifica queste soluzioni cloud e può essere declinato in varie forme come ad esempio PaaS (Platform as a Service) o SaaS (software as a Service).

E’ interessante analizzare il caso SaaS per capire l’entità della svolta. Finora l’acquisto ed utilizzo di un software – pensiamo a software di tipo enterprise - prevedeva la presenza di una machina, sistema operativo ed eventualmente middleware su cui poter essere eseguito; in aggiunta anche servizi di personalizzazione, gestione e manutenzione. L’offerta SaaS cancella tutto questo, si acquista il puro servizio ed il costo sarà determinato dall’utilizzo (pricing model) e il livello di servizio stabilito (SLA).

Non si riportano in questa analisi le soluzioni ben note di tipo end–user disponibili sul cloud come la possibilità di archiviazione e di accesso dati da qualsiasi dispositivo mobile.

Stiamo parlando di un cambiamento già in essere nel quale, ovviamente persistono delle criticità ancora da risolvere e superare completamente, tra tutte la sicurezza ed isolamento dei dati che le aziende affidano al cloud. Nel caso SaaS, ad esempio, il cliente (comunemente chiamato tenant = affittuario) potrebbe condividere istanze di software con altri clienti, ed ovviamente, essendo il cloud aperto ad internet, seppur con protocolli sicuri, essere soggetto ad attacchi. Queste considerazioni mettono anche in luce il cruciale ruolo della rete: la svolta non può avvenire senza di essa.

Fin qui si è visto a grandi linee cosa significhi per una azienda fruire di una soluzione cloud, ora passiamo all’impatto sulle aziende fornitrici dei servizi IT.

In prospettiva molti servizi verranno dismessmi e, figure professionali come, ad esempio, “sistemisti”, “manutentori” saranno conseguentemente ridimensionate. Sicuramente le attività di consulenza ad alto livello evolveranno, come pure le strutture di vendita e pre-vendita. Anche lo sviluppo delle soluzioni nel catalogo del cloud avrà conseguenze sulle professionalità ed organizzazione del lavoro. La prima caratteristica è il continuo rilascio di nuove specifiche (vedi le applicazioni di social networking come Facebook) con una aumentata dinamicità. I gruppi di sviluppo e supporto – manutenzione sono sovrapposti ed accentreranno anche quelle professionalità ridimensionate appena citate.

La globalizzazione, in questo contesto, gioca un ruolo di maggiore peso perchè il cloud è per sua natura delocalizzato e l’organizzazione del lavoro non può che subirne l’effetto; la gestione del catalogo dei servizi cloud è prevista senza soluzione di continutà perchè gli affittuari sono distribuiti su tutte le aree geografiche. E’ facilmente prevedibile che conseguentemente le attività verranno migrate in zone con costo del lavoro più basso.

Le grandi multinazionali dell’IT stanno già esercitando la loro prevalenza sia nel possesso dei sistemi di virtualizzazione che ospitano il cloud (data center), che nella tecnologia per la loro gestione. La distribuzione dei data center segue la regola di assegnazione degli affittuari di una macro area (continente) ad uno specifico data center; per il caso degli affittuari europei, ad esempio, potrebbe essere un data center presente in Olanda.

Si è sottolineato che tutta la svolta si basa sulla rete ad alta velocità, che deve supportare sia dispositivi mobili che “terminali” fissi. L’Italia che ha ancora molte aree non coperte, rischia di perdere le opportunità che la svolta mette a disposizione sia per le aziende, in particolare le medio piccole, che per i fornitori dei servizi cloud.

Analogamente anche per la locazione dei datacenter, si corrre il rischio che questi possano essere collocati al di fuori del territorio nazionale; vanno pensati strumenti per arrestare questo rischio, come la richiesta di persistenza dei dati della PA in datacenter “italiani” per motivi di sicurezza (misure che il governo degli Stati Uniti ha già in essere).

La questionde della localizzazione è anche legata alla sicurezza e separazione dei dati, già riferita, nel corso di questa analisi, come punto critico del cambiamento e che dovrebbe essere uno dei campi dove investire in ricerca e sviluppo.

Concludendo questo veloce sguardo su come il cloud possa cambiare l’information technology , vale la pena stilare una piccola agenda con i concetti chiave:

Aprile, 2014

Pier Fortunato Bottan