Da: Telelavoro e lavoro mobile, Smart-working, Commissione Aziendale Paritetica sul Telelavoro

Smart-Working: Vogliamo ciò che ci spetta!

La scorsa settimana, si è svolto il secondo incontro tra l'Esecutivo del Coordinamento Nazionale RSU IBM e la Direzione aziendale, assistiti rispettivamente da FIM-FIOM-UILM e da Assolombarda, in merito alla regolamentazione dello smart-working.

L'azienda come anticipato nella precedente riunione, ha accolto la gran parte delle richieste normative, dal riprisitino del carattere volontario alle richieste sull'orario di lavoro e diritto alla disconnessione, al diritto alla formazione continua e al diritto di assemblea per via telematica, ma - al momento - ha risposto negativamente alle richieste di carattere economico (pasto, rimborso o indennità per utenze e connettività). L'azienda ha anche posto sul tavolo una richiesta di diversa gestione dei permessi annui retribuiti, sostenendo che già in questi mesi c'è stato un calo dell'utilizzo di questi permessi.

Il Coordinamento giudica grave e miope il comportamento dell'azienda che, a fronte degli enormi risparmi avuti durante questo periodo (solo per la mensa e le navette si possono stimare risparmi per centinaia di migliaia di euro al mese!) e del mantenimento di buoni livelli di ricavi e profitti, non è in grado di riconoscere il sacrificio fatto dalle lavoratrici e dai lavoratori durante questi mesi difficili, nonchè il giusto e dovuto riconoscimento di costi che con lo smart-working si spostano dall'azienda al lavoratore. Tutti noi abbiamo visto l'aumento dei consumi energetici (e tra poco quelli di riscaldamento), per non parlare di quanto sia aumentato in questi mesi lo scontrino al supermercato!

Il Coordinamento Nazionale RSU IBM sottolinea anche una contraddizione da parte aziendale: lo smart-working, a differenza del telelavoro, è una modalità di lavoro in cui la prestazione è svolta in parte all'interno e in parte all'esterno, quindi una volta posto il lavoratore in regime di sw (e tutti siamo stati posti in smartworking a partire dall'inizio di marzo), è in sw sia da casa, che dal cliente, che in sede. Non si capisce allora per quale motivo, solo quando la prestazione è svolta da casa l'azienda non riconosca più il diritto al pasto! Aggiungiamo, inoltre, che negli accordi quadro di smartworking sottoscritti in IBM in occasione delle chiusure delle sedi di Catania, Palermo e Cagliari, il diritto al pasto è riconosciuto!

Lo smart-working rappresenta una modalità di lavoro generalmente apprezzata e organizzativamente conveniente anche per i lavoratori, ma questo non deve avvenire a scapito del lavoratore stesso, scaricandogli costi fissi aziendali. Il Sindacato rivendica con forza un trattamento equo e non inferiore a quello applicato ai lavoratori che svolgono il lavoro esclusivamente dalla sede.

Nei prossimi giorni le RSU locali convocheranno le assemblee per discutere insieme ai lavoratori la situazione e quali iniziative intraprendere per far cambiare idea all'azienda. Sarà anche l'occasione per iniziare a parlare delle recenti notizie ruguardanti la business unit GTS e della rottura delle trattative del rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

9 ottobre 2020

Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia