Da: Occupazione, forza lavoro, scorpori, trasferimenti

Non sarà una passeggiata

Come preannunciato nell’ultimo comunicato, lo scorso 20 novembre la Direzione europea di IBM ha comunicato al CAE l’aggiornamento del numero degli esuberi del piano di ristrutturazione del quarto trimestre 2020 per quanto riguarda l’Italia e la Francia. Il numero complessivo a livello di gruppo IBM delle posizioni eccedenti in Italia è calcolabile in circa il 15% della forza lavoro.

L’indomani, l’Esecutivo del Coordinamento ha immediatamente richiesto alla Direzione italiana, il dettaglio di questa informazione suddivisa le diverse società del gruppo e il dettaglio dei numeri ripartiti tra dirigenti e impiegati/quadri.

Il 30 novembre si è svolto l’incontro tra IBM Italia e l’Esecutivo del Coordinamento Nazionale RSU IBM, assistiti rispettivamente da Assolombarda e OO.SS. Nazionali, in cui l’azienda ha comunicato che il numero di esuberi per la sola IBM Italia e per i soli impiegati/quadri è di 650 posti di lavoro. Questo numero è pari a circa il 18% del totale degli occupati, ma con punte che arrivano a oltre il 50% in alcune aree. L’azienda ha anche precisato che questo numero è comprensivo degli esuberi dichiarati lo scorso febbraio in sede CAE.

Il Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia, riunito ieri, per analizzare e valutare la situazione e l’impatto di questa comunicazione aziendale, nonostante il blocco delle procedure di licenziamento collettivo fino alla fine di mese di marzo 2021, pur riservandosi un giudizio sul merito industriale di questa operazione, si rende disponibile ad avviare una trattativa volta a identificare soluzioni che possano gestire in modo non traumatico tutte le posizioni dichiarate in esubero, anche eventualmente con il ricorso a strumenti non utilizzati nel recente passato, che possano favorire la quadratura del cerchio e cercando di prolungare il più a lungo possibile la durata di questa fase di ristrutturazione, almeno fino alla fine del 2021.

E’ chiaro, che vista l’enormità dell’esubero, l’iniziativa unilaterale avviata dall’azienda qualche settimana fa non è assolutamente sufficiente a risolvere nel suo complesso il problema occupazionale (ad oggi ci è stato comunicato che i colleghi che hanno aderito a tale programma sono 58) posto dall’azienda stessa e pertanto il Coordinamento, nel giudicare spropositati i numeri comunicati chiede che gli stessi siano oggetto di confronto e ridimensionamento e quindi ribadisce la necessità di sottoscrivere accordi che tengano conto di tutto il problema nel suo complesso.

Tenuto conto che nell’immediato futuro ci troveremo a discutere anche dell’operazione societaria che porterà di fatto alla scissione di IBM con la costituzione di una New-co sarà necessario che l’azienda illustri le prospettive industriali in modo da poter discutere del futuro delle lavoratrici e dei lavoratori e dei necessari percorsi di eventuale riqualificazione da mettere in campo per garantire che tutte le lavoratrici e i lavoratori trovino spazio anche nella futura IBM.

A breve, dopo che avremo ricevuto informazioni sul numero di dipendenti che matureranno il requisito pensionistico nei prossimi anni, le RSU delle rispettive sedi convocheranno le assemblee per discutere insieme ai lavoratori le iniziative da intraprendere per scongiurare licenziamenti traumatici.
Occorrerà sin da subito che le lavoratrici e i lavoratori si dimostrino determinati perché non sarà una passeggiata.

4 dicembre 2020

Coordinamento Nazionale RSU IBM Italia