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Comunicazione di Giancarlo Toloni del Consiglio di Fabbrica IBM al Seminario della Società Italiana di Ergonomia sul tema.

Motivazioni all'introduzione del Video Terminale e reazioni comportamentali degli operatori (1976)


Da: Ritmi, carichi di lavoro, dimensione psicologica del lavoro

Vedere anche : Politica aziendale e risultati economici


Questa comunicazione stata stesa in tempi talmente ridotti da risultare inevitabilmente schematica parziale e forse anche provocatoria. Va precisato inoltre che è il frutto di una sorta di memoria collettiva stratificata in anni di attività sindacale in IBM non ha quindi la pretesa di rappresentare una visione oggettiva, ma bensì costituisce una riflessione di parte.

Il fenomeno dell'introduzione dei Video Terminali nel mondo del lavoro tende a diffondersi rapidamente e capillarmente, il rischio per tutti noi, intesi sia come Società che come movimento sindacale, è di restare spettatori inconsapevoli di processi che non riusciamo a valutare o al massimo riuscirono a valutare solo a posteriori.

Per cominciare tentiamo di capire quali sono le spinte democratiche che portano alla massiccia diffusione dei Video Terminali.

Mia base delle motivazioni che spingono le aziende all'introduzione dei Video Terminali esiste un processo logico chiamato 'giustificazione economica del sistema". Consiste in un'analisi del tipo costi—benefici.

La determinazione dei costi è relativamente semplice: è sufficiente individuare la spesa inerente all 'hardware, alla stesura programmi, all'istruzione degli addetti, ecc...

L'individuazione dei benefici è più complessa: Questi vengono suddivisi in due tipi.

  1. quelli tangibili, che sono: risparmi di manodopera, interessi derivanti da una più accelerata fatturazione, miglioramento della gestione di un magazzino che diminuisce i tempi di stoccaggio, ecc
  2. quelli intangibili, che sono i più svariati e ruotano attorno al concetto di prestigio, di immagine di efficienza, alla mitizzazione dell'automatizzazione vista come panacea di flutti i mali.

Questo approccio, dalle case costruttrici (in particolare dalla IBM) determina che in tutti quei casi in cui i costi e cosiddetti "benefici tangibili' si equivalgono, diventa determinante 1 'aspetto legato ai cosiddetti benefici intan- gibili. Risulta evidente quanto questo metodo lasci spazio all'ovvia spinta alla commercializzazione delle case costruttrici da un lato e dall'altro ad un consu mismo informatico deteriore e poco oggettivo da parte dello Utente.

Le aspettative dei lavoratori direttamente interessati all'introduzione dei Video Terminali sono riconducibili ad una migliore efficienza e a un superamento degli aspetti più monotoni e ripetitivi della loro mansione che si auspicano vengano assorbiti dalla macchina.

Per quanto concerne le aspettative che come insieme del movimento dei lavoratori si determinano dalla maggior produttività conseguente l'introduzione di questo tipo di tecnologie 1'orientanento rimane quello classico di rivendicare una riduzione di orario di lavoro. Questa proposta tende a dare risposta sia ai problemi legati al ridimensionamento della manodopera che al rischio che la riorga nizzazione consenta un ingiustificato aumento dei ritmi e del carico di lavoro.

Non il caso di approfondire in questa comunicazione il tema della riduzione dell'orario di lavoro, sia per la complessità dell'argomento, sia perché in assenza di un qualsiasi controllo centrale sulla produzione e sulla ricerca e sviluppo qualunque discorso rischia di restare su un piano astratto.

Tornando all'analisi del comportamento degli operatori si può notare che la reazione degli addetti a questo nuovo modo di lavorate presenta aspetti contraddittori. Infatti vi sono settori, che percentualmente rappresentano una stretta minoranza, nei quali si assiste a una parziale ricomposizione delle mansioni, a una più puntuale decisionalità grazie a un maggior numero di informazioni in tempo reale, a una riqualificazione professionale globale.

Evidentemente la reazione di questa élite al radicale accentramento delle conoscenze nelle loro mani è di tipo entusiastico.

Esistono parimenti altri settori, che percentualmente rappresentano la stragrande maggioranza dei lavoratori, nei quali si assiste ad una ulteriore parcellizzazione delle mansioni e a una progressiva dequalificazione professionale.

A mio avviso questi diversi esiti dell'introduzione dell'automazione rispetto alla divisione del lavoro non sono l'inevitabile conseguenza di tecnologie avanzate, ma lo diventano in quanto applicazioni facenti parte di un più generale sistema organizzativo ed economico. Ritengo si possa affermare che 1'irrtroduzione dei video terminali non ha conseguenze univoche sulla qualificazione dei lavoratori.

In particolare assistiamo ad un allargamento della forbice tra mansioni più qualificate e mansioni meno qualificate, con il conseguente aumento del ventaglio di mansioni intermedie.

Due esempi concreti possono chiarire queste affermazioni: le originarie figure professionali dei programmatori e degli operatori di una decina di anni fa, sono adesso suddivise in fasce di operatori a bassa qualificazione, che si limita no ad alimentare il calcolatore, ed altri operatori che invece conoscono il sistema operativo e sono in grado di controllarle. I programmatori sono a loro volta suddivisi in quelli di routine, che producono programmi applicativi in modi standard, e programmatori di élite che fanno programmi sperimentali o prototipi di programmi nuovi.

Fisicamente la diversità tra queste funzioni si traduce in una diversa possibilità di accedere tramite il Video Terminale al sistema informativo centra le.

Da questo quadro se ne dovrebbe dedurre che essendo la stragrande maggioranza dei lavoratori penalizzata dall'introduzione dei Video Terminali i comportamenti degli stessi dovrebbero rispecchiarne il malessere. In effetti questo non avviene se non attraverso la somatizzazione del disagio nelle cosiddette malattie da stress.

Il motivo per cui gli utilizzatori dei Video Terminali non reagiscono alla dequalificazione rappresenta un altro esempio dei cosiddetti benefici intangibili. Mentre nel passato il mezzo per ottenere i propri obiettivi era la coercizione diretta, oggi ogni struttura che necessiti di materiale umano per raggiungere le proprie finalità si avvale di tecniche dell'organizzazione del consenso che possiamo anche definire di seduzione.

E' evidente che nel caso di lavoratori altamente qualificati, i quali utilizzano i Video Terminali in maniera sporadica e le cui prestazioni vengono normalmente valutate più in base alla qualità che alla quantità del lavoro svolto, il rischio del controllo a distanza è praticamente nullo.

Nel caso invece di lavoratori che svolgono la propria attività per lunghi peno di a terminale il rischio che la registrazione degli errori, delle pause e del numero di transazioni effettuate si trasformi nella possibilità di introdurre una sorta di cottimo è reale.

Per inciso va detto che su questo tema è aperto un confronto legale tra Federazione Lavoratori Metalmeccanici e IBM: infatti le leggi del nostro Paese (in particolare la legge 300 detta Statuto dei Lavoratori) vietano qualunque tipo di controllo a distanza.

Inoltre va aggiunto che il sindacato, riconoscendo come giusta l'esigenza azienda le alla riservatezza dei dati, ha proposto in alternativa alla parola d'ordine individuale, un accesso basato su parole d'ordine di gruppo per aree di competenza; sistema questo che eviterebbe i controlli individuali, ma consentirebbe la tutela delle informazioni.

La possibilità di utilizzo dei Video Terminali in campi non strettamente legati al mondo del lavoro sono già una realtà, anche se in fase sperimentale, in altri Paesi e ci impongono una riflessione più ampia su aspetti socio-politici.

In prospettiva gli operatori non saranno più solo lavoratori ma anche cittadini l'esempio di altri Paesi dimostra come sia indispensabile arrivate alla contrattazione tra le parti sociali dell'introduzione di nuovi sistemi operativi.

Questo terreno di riflessione è praticamente vergine, se si escludono alcuni interessanti spunti dei soliti specialisti in materia (mi riferisco in particolare ad alcuni scritti del giurista Stefano Rodotà)

Prescindendo da ciò che attiene più specificamente al processo produttivo e all'organizzazione del lavoro vorrei prendere in considerazione le conseguenze dell'introduzione delle tecnologie indicate perciò che concerne il sistema politico e la organizzazione sociale nel suo complesso. Ed questo punto mi corre l'esigenza di porre alcune considerazioni che ritengo centrali per questo seminario.

La formula riassuntiva dei problemi che mi paiono più rilevanti è quella che mette in relazione le tecnologie di informatica distribuita e la telematica attraverso l'utilizzo dei Video Terminali con la democrazia. Penso vadano attentamente valutate sia le possibilità di conservare le attuali condizioni di democrazia in presenza delle tecnologie sopracitate, sia le possibilità di utilizzare queste tecnologie per innovazioni incidenti sulla qualità stessa di taluni procedimenti che vengono considerati come caratteristici dei sistemi democratici.

L'analisi dovrebbe riguardare, anzitutto, i dati istituzionali già disponibili Questi interessano soprattutto l'area della tutela dei dati personali e, conseguentemente, i rapporti tra cittadino ed amministrazione. Le questioni cruciali diventano quelle del rapporto tra uso del VdT e libertà civili; della qualità dei servizi informatizzati; della distribuzione DEL potere legato allo sviluppo delle .banche dei dati e dell'informatizzazione di servizio Il centro di gravità di molte innovazioni istituzionali si ritrova particolarmente nel controllo dei detentori pubblici e privati delle informazioni.

Spostandosi più direttamente sul versante del sistema politico in senso stretto, e considerando anche le prospettive di svolgimento legate alle nuove tecnologie, dev'essere quindi analizzato il problema della decisione politica, dei suoi modi di formazione, delle sue sedi e dei modi di controllo. Qui giocano un ruolo fondamentale il possesso delle informazioni, il grado di accessibilità ad esse e, dunque, la definizione di chi decide e di chi controlla. Il tema diventa davvero quello di una evoluzione oligarchica o democratica del sistema politico, in connessione con il crescente potere dei "signori dell'informazione. Su questo tema si innesta quello della diffusione del potere e dell'ampliamento dei canali di partecipazione: e la telematica, con la potenzialità che le consentono di trasformare ogni abitazione in una cabina elettorale (o comunque in un terminale attivo da utilizzare per qualsiasi forma di consultazione o sondaggio), rende agevole la moltiplicazione dei sondaggi d'opinione, degli "instant referendat" , fa balenare le prospettive del "comune elettronico', di una "citizen democracy". Ma qui le prospettive dell'ampliamento della democrazia diretta non bastano a scacciare le preoccupazioni della democrazia totalitaria, in una sua aggiornata e sofisticata versione, che condannerebbe al deperimento anche mediatorì sociali come partiti, sindacati o giornali. Il punto, allora, diventa quello dì una strategia che utilizzi le nuove tecnologie per spezzare i monopoli delle decisioni ( rendendolo più visibili e controllabile ) , che accresca il flusso delle informazioni o ne consenta il vaglio critico e che, su questa base, operi una diffusione reale del potere.

1976