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Da: Telelavoro

SCHEDA SUL TELELAVORO DOMICILIARE (TLD)

L'art. 1 dell'accordo dà la seguente definizione di telelavoro:

TELELAVORO E' UNA ATTIVITÀ LAVORATIVA SVOLTA INTERAMENTE O IN PARTE FUORI DALLA SEDE DI LAVORO IN SOSTITUZIONE DELL'ATTIVITÀ SVOLTA IN SEDE, FAVORITA DALL'UTILIZZO DI TECNOLOGIE CHE PERMETTONO E FACILITANO LE COMUNICAZIONI TRA L'AZIENDA E I LAVORATORI

e specifica tre tipi di telelavoro:

Occasionale - Mobile - A domicilio.

Noi qui ci vogliamo soffermare solo sul TL occasionale e quello a domicilio (TLD).

ART. 18.1 - TELELAVORO OCCASIONALE

E' l'attività svolta presso il proprio domicilio o luoghi assimilabili dai dipendenti che normalmente sono presenti nella propria sede di lavoro. Tale possibilità dovrà essere preventivamente concordata su base giornaliera con il proprio capo e dovrà avere carattere di occasionalità e sporadicità. Per quanto riguarda il trasporto, il lavoratore può richiedere una borsa a zaino e/o con rotelle al posto della borsa a tracolla.

L'articolo ci pare molto chiaro. Il lavoratore che di norma è presente nella sede di lavoro assegnatali può concordare con il capo di lavorare dalla propria abitazione o da un luogo assimilabile occasionalmente e sporadicamente. Questo vuol dire che di fronte ad un fatto eccezionale (quali gli scioperi improvvisi dei mezzi di trasporto pubblici) oppure ad un'esigenza di carattere personale (devo fare una visita medica che mi impegna per mezz'ora, ma il farla implica l'impossibilità di recarmi alla sede di lavoro) il lavoratore concorda col proprio superiore che il tal giorno (e solo quel giorno li') anziché recarsi in ufficio, svolgerà la propria attività da casa o dalla sede IBM più vicina al suo domicilio, eccetera.

L'accento qui è posto sul carattere occasionale e sporadico, quindi questo istituto si esaurisce di norma col trascorrere della giornata concordata e, qualora l'evento dovesse reiterarsi, non dovrebbe essere possibile ravvisare una ciclicità o una frequenza periodica nel ripetersi della prestazione. Se l'esigenza del lavoratore invece è quella di lavorare da casa ciclicamente, sia il ciclo settimanale, quindicinale oppure mensile, ma comunque in modo ripetuto, quindi NON sporadico e nemmeno occasionale, allora bisogna considerare l'opportunità del Telelavoro a Domicilio.

ART. 18.3 - TELELAVORO A DOMICILIO

Presupposto del telelavoro a domicilio, a quanto dice il terzo comma dell'articolo 18.3.1 dell'accordo, è che ogni 20 giorni lavorativi se ne lavorino almeno 4 da casa. Il che significa che basta voler lavorare 1 giorno la settimana da casa propria per accedere a questo istituto. Non è richiesto che il giorno sia sempre lo stesso. I giorni possono arrivare sino a 5 settimanali con un rientro di 2 giorni al mese per poter svolgere attività di aggiornamento professionale (anche se non e' indicato esplicitamente nell'accordo, e' ragionevole sostenere che questi paramentri si modifichino proporzionalmente nel caso di part-time).

Il TLD prevede una formalizzazione scritta dell'accordo raggiunto con il capo. Ogni accordo ha durata temporanea e può essere rinnovato. C'è un limite di accesso specificato dall'art.18.3.4. dell'accordo sindacale.

I requisiti necessari per poter accedere a questa tipologia di lavoro consistono solo in questo: la mansione deve poter essere svolta anche da casa propria. In pratica ogni aspirante telelavoratore domiciliare deve chiedersi: quali, tra le attività che svolgo possono essere svolte da casa? E nel rispondersi a questa domanda andrà anche a definire quanti giorni intende lavorare da casa e quanti in ufficio.

A nostro giudizio, il TLD è una modalità di lavoro che può risolvere molti problemi.
Principalmente due:

  1. distanza tra casa e sede di lavoro, con conseguenti costi economici e consumo di tempo;
  2. esigenze legate alla gestione degli orari familiari.

Non ci nascondiamo che il TLD presenti anche dei problemi.
Il primo dei quali è la situazione di isolamento nella quale si trova il telelavoratore. Per questa ragione l'accordo prevede un rientro in azienda di due giorni al mese.
Le risposte dei lavoratori al questionario di dicembre 2003 dimostrano di aver ben compreso questo punto.

L'età media di chi ha risposto è di oltre 39 anni. Il che lascia presumere che abbiano una esperienza professionale tale da poter affrontare anche da casa eventuali problemi che dovessero insorgere. Inoltre la maggior parte delle risposte indica di desiderare telelavorare da uno a tre giorni la settimana, lasciando intendere cosi di non voler rinunciare alla socializzazione in azienda. L'esperienza di chi già da diversi mesi telelavora due giorni per settimana è molto positiva sotto tutti i profili, personali e professionali.

SFATIAMO ALCUNI LUOGHI COMUNI!

A casa si lavora! Il telelavoratore è tenuto al rispetto del normale orario di lavoro, 40 ore la settimana per 8 ore al giorno, o dall'orario previsto dall'eventuale part-time.
Se lavora di più ha diritto al pagamento degli straordinari, se lavora di sabato o di domenica oltre allo straordinario ha diritto al recupero del riposo. Esattamente come se lavorasse in ufficio!

A casa si lavora! La situazione ideale per lavorare bene da casa è quella di essere soli. O per lo meno senza persone che abbiano bisogno di noi.
Non si può lavorare da casa ed accudire bambini piccoli, perché si farebbero malissimo entrambe le cose. Inoltre i bambini non riuscirebbero a capire come mai il genitore stia a casa, ma non sia disponibile per loro.
Non si può lavorare da casa e svolgere le faccende domestiche. Il telelavoratore deve essere, nei limiti di orari stabiliti, al lavoro. Il suo capo lo deve trovare, se lo cerca.
E' certamente possibile, perché lo prevede l'Accordo, concordare con il proprio capo degli orari di lavoro differenti da quelli standard in vigore in IBM. Ma deve risultare dall'accordo sottoscritto dalle parti.

La vera differenza tra il lavorare da casa ed il lavorare in ufficio consiste nel risparmio di tempo e di danaro che vengono consumati quotidianamente nel tragitto casa-ufficio e ritorno. E non è poco!
Ma quando si tele-lavora si lavora come ed anche di più che in ufficio. Di più, perché stando a casa, soli, non ci sono le occasioni di disturbo e di distrazione che invece ci sono in ufficio. Alla fine della giornata si sarà lavorato anche di più, e con migliore qualità del lavoro.

Bisogna inoltre specificare che se, per motivi professionali è indetta una riunione in sede, il telelavoratore è tenuto a parteciparvi.
Inoltre, se al telelavoratore viene cambiata la mansione e questa non prevede la possibilità di telelavoro, l'accordo decade.

COSA CI GUADAGNO ECONOMICAMENTE, O COSA CI PERDO?

Per ogni giorno di telelavoro domiciliare, IBM paga 1 euro a titolo di rimborso spese

Il telelavoratore domiciliare (ed anche occasionale) perde il diritto alla mensa aziendale o al buono-pasto sostitutivo della mensa per il giorno in cui lavora da casa.
Ovviamente non gli viene trattenuto l'importo di € 1,03 quale contributo mensa.

Tutte le telefonate di lavoro effettuate dal proprio domicilio, possono essere rimborsate tramite Nota- Spese.

COSA SERVE PER LAVORARE DA CASA

Possono essere assegnati tutti gli strumenti attualmente in uso in azienda, portatile in alternativa alla postazione fissa, cellulare ed accessori.
Il testo dell'accordo non cita la stampante, tuttavia è buon senso pensare che qualora sia necessaria venga assegnata al telelavoratore.
Inoltre, al fine di migliorare la produttività del lavoro, IBM si impegna all'installazione di una linea ADSL al domicilio del telelavoratore.
Con questi strumenti, non vi è alcuna difficoltà ad operare dal proprio domicilio con la stessa efficacia che dall'ufficio.

DIRITTI SINDACALI

Il telelavoratore ha il diritto di partecipare a tutte le iniziative sindacali che si svolgono nella propria sede di appartenenza.
Può leggere i comunicati sindacali affissi alla bacheca elettronica presente in Intranet.

COME E' ANDATA SINO AD OGGI

Per ragioni che non riusciamo del tutto a comprendere si è verificata una curiosa situazione.
In sede di trattativa sindacale sul telelavoro, IBM aveva messo come condizione pregiudiziale alla firma di un accordo la presenza nello stesso del TELELAVORO DOMICILIARE.
Su questo istituto, infatti, le RSU aziendali avevano qualche dubbio legato sopratutto all'idea di una frammentazione della realtà aziendale nei domicili dei dipendenti.
Firmato l'accordo i primi lavoratori che hanno chiesto di poter usufruire di questo nuovo istituto contrattuale si sono trovati di fronte il classico "muro di gomma" eretto dal management.
Probabilmente le ragioni che spiegano questo atteggiamento da parte di capi e direttori sono varie ma tutte riconducibili ad una questione di fondo: il management si è sentito privato di una parte del proprio potere sulle persone ed ha reagito spingendo per l'utilizzo, tanto sbagliato sotto il profilo contrattuale quanto dannoso sotto quello produttivo, del telelavoro occasionale.
A chi chiedeva il telelavoro domiciliare è stato fatto capire che non era il caso di insistere e che se il loro problema era quello "di stare a casa ogni tanto" si sarebbe trovato l'accordo di volta in volta.
In pratica, così facendo, ciò che era stato conquistato dalle RSU in sede contrattuale è stato trasformato in una "concessione" che i capi elargiscono (bontà loro) quando e se lo ritengono opportuno.

Ovviamente questo non può essere accettato. Un diritto è un diritto, e quello di lavorare regolarmente da casa, è un diritto individuale del dipendente IBM, qualora ne ricorrano le condizioni che, ricordiamolo, sono esclusivamente legate al tipo di mansione svolta dal lavoratore.

COSA FARE PER OTTENERE IL TELELAVORO DOMICILIARE

Chi è nella necessità, oppure ha il desiderio, di lavorare qualche giorno la settimana da casa propria deve fare le seguenti cose:

1) un'analisi il più possibile precisa e scritta delle proprie mansioni, individuando quali tra queste rendano indispensabile la propria presenza in ufficio per poter essere eseguite. Essere in part-time NON e' una controindicazione per la richiesta di TLD.
Una volta individuata esattamente la propria ipotesi, ed avendo la certezza della compatibilità con la mansione svolta, formalizzarla con nota scritta al proprio capo allegando anche l'analisi di cui sopra;

2) informare la Rappresentanza Sindacale della propria sede di aver inoltrato la domanda. Se nella sede non è presente una RSU, informare la commissione Telelavoro del Coordinamento Nazionale delle RSU IBM;

3) pretendere sempre una risposta scritta da parte del capo. Non accontentarsi di una risposta verbale, verba volant scripta manent.

4) nel (malaugurato) caso in cui la risposta fosse negativa, chiedere alla RSU di attivarsi presso l'azienda per rimuovere gli ostacoli frapposti dalle linee manageriali. L'elenco dei rappresentanti sindacali lo potete trovare questo indirizzo:

http://www.rsuibm.org/rsu.htm#RSU

Coordinamento nazionale RSU IBM Italia SpA
marzo 2004